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Attivisti del Partito Socialista Europeo

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mercoledì 22 dicembre 2010

PSI: IL DOCUMENTO POLITICO APPROVATO DALLA SEGRETERIA NAZIONALE

La Segreteria Nazionale, riunitasi il 16/10/2010, approva la relazione del Segretario Riccardo Nencini:

1) Ritiene si sia aperta una nuova fase politica nonostante il Parlamento abbia bocciato la mozione di sfiducia. E' fallita infatti la "missione" per la quale il Presidente del Consiglio aveva chiesto il consenso degli italiani. L'Italia è più divisa, più povera, con istituzioni più deboli, lontana dalla possibilità di agganciare la ripresa in tempi brevi.

2) Il Psi ritiene necessario che le forze riformiste del centrosinistra si ritrovino, qui ed ora, per definire un programma e un progetto di "ricostruzione nazionale" in grado di dare risposte concrete alla crisi del sistema politico e istituzionale, causa principale della crisi economica e sociale che sta travolgendo soprattutto il mondo giovanile.

3) L'opportunità di rovesciare la destra non si realizza attraverso la presentazione del "fronte delle sinistre" ma con una coalizione della sinistra riformista con le forze di centro strette attorno ad un progetto per l'Italia fondato sul lavoro, sulla sicurezza, sulla sobrietà, sul merito, lontano da ogni radicalismo e da ogni forma di giustizialismo, sulla linea tracciata dal Congresso di Perugia.

4) Tenere le primarie tra i partiti della sinistra significherebbe, in questa situazione, chiudersi in un recinto, moltiplicare le lacerazioni ed isolarsi da un rapporto con partiti e movimenti dell'area di centro con i quali ricercare un'alleanza.

5) Il Psi proseguirà nei suoi contatti con radicali ed ambientalisti per costruire iniziative comuni su questioni che stanno nel cuore degli italiani (dai costi della politica all'informazione) senza escludere un lavoro condiviso in alcune tra le città che andranno al voto in primavera.

6) Deplora l'On. Rosy Bindi per il giudizio espresso sulla storia del socialismo in Italia. Un giudizio che mistifica la realtà e dimostra come certe letture della vicenda politica italiana siano del tutto funzionali all'avversario politico che si intende combattere.

lunedì 20 dicembre 2010

BARAGATTI (GIOVANI SOCIALISTI): DIFENDIAMO L’UNIVERSITA’ PUBBLICA, MA NO A VIOLENZA

“Mercoledì ci sarà il voto al Senato sulla riforma Gelmini, speriamo solo che non sia un’altra giornata di tensione e violenza perché sarebbe l’ennesima pagina nera per il nostro Paese e lo svilimento della protesta dei vari movimenti studenteschi”. Così Luca Baragatti, segretario regionale dei giovani socialisti toscani, commenta la situazione verso l’approvazione del DDL Gelmini.

“Bisogna evitare in qualsiasi modo che gli scontri di Roma, certamente non organizzati dagli studenti, si ripetano perché è ingiustificabile che qualcuno possa liberamente usare il diritto a manifestare degli studenti per mettere a ferro e a fuoco Roma e i suoi cittadini screditando una protesta legittima ma sta anche agli organizzatori dei cortei segnalare alle forze dell’ordine eventuali infiltrati”.

“Per quanto riguarda il DDL credo – continua Baragatti – sarebbe meglio che il ministro Gelmini smettesse di mantenere un comportamento ferreo e chiamasse le varie organizzazioni studentesche e non a un tavolo per trovare una soluzione che possa andare incontro a tutti sebbene questa riforma non sia del tutto da bocciare: non si può dire che sia un totale disastro questo testo perché ci sono molte cose giuste su cui si può concordare ma altre rischiano di tagliare il diritto allo studio e alla ricerca dell’Università italiana”.



Luca Baragatti

Segretario Regionale FGS Toscana

lunedì 29 novembre 2010

Pieraldo Ciucchi: serve una grande riforma politica

Per i socialisti, serve un ''nuovo protagonismo dei cittadini, che torneranno a battersi per una Italia bisognosa di buona politica, capace di sottrarsi all'abbraccio mortale di gruppi d'interesse, delle corporazioni, delle vuote rappresentanze professionali e di categoria''. E, ha detto Ciucchi, ''il Psi puo' concorrere immettendovi il proprio bagaglio ideale e culturale per delineare una societa' che coniughi il valore della liberta' con il senso di responsabilita' ed il bisogno di giustizia sociale e che difenda tenacemente il diritto al lavoro, alla salute, all'istruzione''.

L'obiettivo e' quello di ricostruire un'area politica che fondi i propri valori e le proprie azioni nelle esperienze democratiche, socialiste e liberali in grado di raccogliere il consenso di milioni di elettrici ed elettori. ''Il pensiero politico ispirato ai valori del socialismo liberale - ha detto ancora Ciucchi - puo' tornare a riaccendersi se anzitutto sapremo interpretare il compito di prospettare il campo largo in cui coniugare l'affermazione di un progetto di Nuovo Riformismo con l'azione di costruzione di una Nuova Repubblica''.

Per quanto riguarda la Toscana, i socialisti sono chiamati a portare il loro contributo di idee e progetti, ''alla imprescindibile riforma del sistema politico istituzionale e di governance regionale e a tutte quelle azioni di governo necessarie a stimolare l'economia e a modellare in senso piu' moderno ed efficiente il welfare'' (fonte: adnkronos)

Psi-Riformisti Siena, congresso provinciale

"Un congresso provinciale speciale, che ha consegnato a Siena ed a tutta la provincia un Partito Socialista – Riformisti unito e compatto, come da anni non avveniva”, queste le prime parole del neo segretario del garofano Roberto Rubegni, eletto per acclamazione nell’assise degli iscritti del Psi senese, che nel lavoro sarà supportato dai vice Anna Carli e Raffaello Ginanneschi. Tutti i presenti nella sala gremita, come non accadeva da tempo, hanno voluto sottolineare con un applauso questa ripartenza del partito, dandogli il significato di un vero e proprio slancio in prospettiva delle prossime elezioni di Siena, Chiusi e Trequanda. “Negli ultimi mesi è stato fatto un grande lavoro per giungere a questo congresso, uniti, propositivi e ben determinati. Ovvio che il mio lavoro, assieme alla vice segreteria ed a tutto il direttivo sarà improntato nella continuità e piena condivisione delle posizioni, alle volte anche difficili, che il partito ha preso negli ultimi mesi. Fin da subito sottoscrivo dunque le posizioni ed i documenti politici portati avanti dal comunale di Siena, nella difficile opera di costruzione di un programma e di una coalizione in grado di guidare con autorevolezza e capacità il comune capoluogo”. Il neo segretario, 40 anni, è di Montalcino, dove risiede e gestisce un’azienda vitivinicola. In passato nel paese ha ricoperto gli incarichi di consigliere comunale e di assessore comunale. Silvia Lazzeroni è invece il nuovo segretario comunale di Siena e succede a Spiros Skiftas. Suo vice sarà Andrea Bellandi. “Sono felice di questo nuovo incarico – ha sottolineato Silvia Lazzeroni –che dovrà gestire le prossime elezioni a Siena. Da settimane siamo già impegnati per preparare il programma che presenteremo agli elettori. Siena ha bisogno di un rinnovato slancio, un nuovo vigore, una rinnovata unità che porti la città fuori dalla difficile congiuntura economica che coinvolge molte piccole e medie imprese, imprenditori e commercianti, così come enti storicamente fondamentali per la città. Noi siamo pronti a fare il nostro dovere ed andremo avanti nella continuità delle proposte che abbiamo portato a più riprese al tavolo della coalizione di centro sinistra”. Ha chiuso Silvia Lazzeroni dicendo: “Avevo preso con i vecchi compagni l’impegno di portare il partito ad una percentuale in doppia cifra. La sfiorammo nel 2006. Abbiamo lavorato ad un partito aperto, abbiamo accolto con soddisfazione tanti compagni che sono tornati, così come i nuovi amici che lavorano con noi. Abbiamo lavorato e lavoreremo ricordando la vecchia promessa che ci siamo fatti, che riteniamo determinante per il governo della nostra Siena. Saremo chiari e diretti, proporremo la nostra visione di Siena, ma con realismo politico, noi conosciamo il governo del possibile. Questi ci hanno insegnato i grandi amministratori socialisti che hanno governato le grandi istituzioni senesi”, conclude Silvia Lazzeroni. I lavori congressuali sono stati presieduti da Riccardo Martinelli, assieme al consigliere regionale Pieraldo Ciucchi a sottolineare l’importanza che il Partito Socialista senese ha in ottica regionale e nazionale.

giovedì 18 novembre 2010

PSI: LA RIVOLUZIONE DEL BUONSENSO

di Riccardo Nencini

Il 2010 è stato caratterizzato da un'intensa attività politica segnata prima dalle elezioni regionali nelle quali la presenza socialista nelle assemblee elettive è stata confermata con un risultato confortante (14 consiglieri eletti), poi dalla celebrazione del secondo congresso nazionale a Perugia che ha sancito il rilancio del patto fondativo tra iscritti e gruppi dirigenti che potrà consentirci di affrontare le sfide del 2011 attraverso una fase straordinaria di iniziative politiche nel segno della costruzione di un nuovo sistema politico nel quale trovino piena attuazione i principi di sobrietà, merito e inclusione che costituiscono da tempo l'architrave dell'iniziativa politica del Psi.
Mondoperaio e Avanti! della domenica sono tornate ad essere lo strumento con il quale è resa possibile, stante l'oscuramento decretatoci da tutti i mass-media, la circolazione di notizie ed idee all'interno della nostra comunità ed è stato pure possibile tornare ad organizzare la nostra festa nazionale, svoltasi nel mese di settembre a Ferrara, dalla quale è emersa con chiarezza, ed è stata riconosciuta dai nostri interlocutori, la necessità per il centrosinistra della presenza di una forza riformista europea come il Psi.
Dobbiamo essere consapevoli e parimenti orgogliosi del lavoro svolto.
Tuttavia dobbiamo essere altrettanto consapevoli che il nostro cammino dovrà proseguire contando unicamente sulle nostre forze, sul nostro spirito di appartenenza, su orgoglio e passione.
La possibile fine anticipata della legislatura ci impegna a moltiplicare i nostri sforzi anche sul terreno del proselitismo.
Nei giorni scorsi ha preso l'avvio la campagna per l'abolizione dell'attuale legge elettorale che sottrae ai cittadini la possibilità di scegliere i propri rappresentanti al Parlamento.
La campagna di adesione assume dunque un significato particolare: se sarà condotta con l'impegno di cui siamo capaci potrà darci maggiore forza ed energia per il conseguimento dell'obiettivo che, sin dal primo congresso del partito svoltosi all'indomani della sconfitta elettorale del 2008, ci siamo posti: riportare i socialisti in Parlamento.
E' un traguardo che è alla nostra portata ma che potrà essere raggiunto unicamente con l' impegno quotidiano di tutti noi.
E' necessario dunque dare un forte impulso alla campagna d'adesione, moltiplicando i nostri sforzi per far conoscere ai cittadini i nostri programmi, le nostre idee, nella consapevolezza che il futuro del Psi è affidato unicamente al nostro lavoro.

Adesione al PSI: http://www.partitosocialista.it/site/partecipa_adesione_al_psi/468/adesione_al_psi.aspx

venerdì 10 settembre 2010

Le primarie rischiano di provocare fratture nella coalizione di centro sinistra - Riformisti Siena, le proposte per la città

La situazione di difficoltà economica e sociale nel quale si trova il nostro paese, tocca anche la nostra città, che comunque riesce a sostenere anche i momenti di difficoltà generale con maggiore capacità di tutela . Tutela che potrà durare solo se le scelte politico amministrative saranno oculate e precise, fatte da uomini dotati di una grande visione e una grande capacità di sintesi.

La precarietà del lavoro, l’incertezza per le famiglie, l’aumento dei costi per i servizi, la diminuzione della ricchezza straordinaria che ha alimentato la nostra realtà, obbligano ad affrontare temi nuovi e richiedono risposte innovative.

Siamo di fronte ad una crisi economica e sociale che è pesante per l’intensità, ma particolarmente pericolosa per la durata. Il futuro dei nostri figli è sicuramente più scuro del nostro e questo succede dopo 50 anni di continua crescita economica e sociale.

La durata mina la continuità delle aziende, la sostenibilità di bilancio degli enti pubblici e quindi l’erogazione dei servizi da queste erogati. Genera incertezza e timore per il futuro.

Il partito socialista di Siena ritiene che lo sviluppo e la crescita siano fondamentali per creare occupazione. Solo con lo sviluppo potremo recuperare le posizioni che la crisi ha bruciato.

Pensare ad una città immobile e conservatrice è incompatibile con l’offerta di opportunità per le nuove generazioni. Possiamo discutere sul come fare e non sul se fare.



Tocchiamo con mano i cambiamenti altrui.

Con l’alta velocità si va dal centro di Firenze al centro di Bologna in poco più di mezza ora. Professionalmente, culturalmente, sono due quartieri di una grande città, uniti da una metropolitana. Uno studente fiorentino può andare ad un convegno a Bologna e tornare a pranzo a casa. Un imprenditore può fare la stessa cosa. Non parliamo di Roma e Milano.

Gli scambi arricchiscono economicamente, ma anche e forse prima, culturalmente. Ne siamo stati testimonianza.

Oggi noi siamo isolati, rispetto ai parametri moderni della mobilità.

Dobbiamo darci le priorità per migliorare la possibilità di spostamenti. Strada, ferrovia, aeroporto. Non accettiamo ideologie conservative, ma ragionamenti seri per la nostra città ed il nostro territorio.

La formazione pubblica, l’unica che il pubblico deve finanziare, è la base per la mobilità sociale. Senza ottima ed accessibile formazione non è possibile dare ai nostri figli le stesse opportunità. Qualcuno partirà avvantaggiato, qualcuno non partirà mai.

Nel futuro varrà l’eccellenza formativa. I giovani andranno dove la troveranno. Un tema sarà la dotazione di strutture e borse di studio che permettano anche ai figli dei meno abbienti di giocare le proprie chance nella vita. Anche a Siena, per i senesi, questo sarà il tema.

Le nostre due università sono determinanti per la nostra realtà, anche per la capacità di tenere la nostra piccola città con i piedi ancorati al territorio ma con la testa in Europa e nel mondo.

La proposta culturale, il completamento del progetto del Santa Maria della Scala, come polo museale aggregante, la creazione di una industria della cultura, dell’arte museale e della lingua italiana.

Dobbiamo iniziare da subito a sostenere la candidatura di Siena quale capitale europea della cultura, dobbiamo dimostrare a noi stessi, prima che alla giuria, che siamo in grado di produrre cultura a livello europeo.



La nostra città deve tornare ad avere una visibilità nei processi culturali e sociali internazionali, abbiamo strumenti fuori scala, rispetto alle dimensioni della nostra città, che devono aiutarci a

vincere questa sfida. Perché significa opportunità per il futuro dei nostri giovani, significa crescita culturale e contaminazione, significa porci nel crocevia culturale, sociale ed economico a livello europeo.



Gli artigiani ed i commercianti, le piccole e medie imprese, che sono la ricchezza sana di questo paese, che sono la base produttiva di questa città, devono essere il punto di riferimento delle politiche di sviluppo economico.

Politiche che abbiamo visto e appoggiato, politiche che ora devono farsi innovative e quindi in grado di attrarre cervelli ed innovazione, capaci di metterci in gioco senza cadere nel protezionismo, che sappiano leggere le esigenze dei senesi e dei turisti che vengono a portare ricchezza da fuori.

Dobbiamo lavorare sul turismo, legato al congressuale ed al convegnistico, ricercando un turismo di qualità, in forza delle eccellenza naturali, culturali ed agroalimentari della nostra provincia.

Per questo dobbiamo rendere disponibili a senesi e turisti le nostre eccellenze agro alimentari ed artigianali. Dobbiamo farlo in modo innovativo e capace di attrarre l’interesse. Ciò che non gestiamo, lo subiremo.

Dobbiamo innovare nell’urbanistica, anche in questo saper dire come e non eccedere nei no. La sfida è quella di amare così tanto il nostro territorio comunale da saperlo utilizzare. Proporremo una nostra politica per la risoluzione del problema della sosta nella ZTL per i residenti.

Pensiamo a soluzioni moderne e coraggiose, che rispettino la nostra città ma con la consapevolezza che nel 2011 si possono trovare soluzioni nuove e di valore.

Dovremo superare le incongruenze di una buona idea come le ARU. Prendere atto della sperimentazione e risolverne le conflittualità, come la seconda auto dei residenti nella ZTL. Presenteremo proposte sulla viabilità e sul trasporto pubblico locale.

La Banca MPS è un dello sviluppo economico di Siena. Chi ha un parente che ha lavorato al MPS sa che lavorare al MPS è diverso che lavorare in uno degli altri grandi gruppi italiani. Le caratteristiche tipiche della banca di Siena saranno alla base del successo futuro.

Crediamo che la banca abbia bisogno del sostegno della comunità, di quello della Fondazione MPS, affinché superi questa crisi economica generale, in modo da mantenere sempre l’indipendenza strategica ed il legame con il territorio, che dal 1472 abbiamo ereditato.



La sanità è un tema che per certi aspetti si collega con quello dell’università.

La storia dell’ospedale di Siena è stata una storia senese ed in gran parte socialista. Sappiamo che le esigenze di bilancio dell’università hanno costretto alla dolorosa e necessaria cessione.

Crediamo che la nostra comunità debba lottare unita per il mantenimento delle eccellenze che hanno contraddistinto il nostro ospedale. Azienda ospedaliera e università devono trovare una unica visione, insieme alle istituzioni senesi, per far emergere la necessità di un recupero dell’eccellenza, che percepiamo diminuita. Restituire i criteri di meritocrazia per far emergere le intellettualità che ci sono e che verranno attratte se il nostro polo sanitario tornerà a fornire servizi di alta qualità e specializzazione come da sempre siamo abituati.

Abbiamo iniziato a fine giugno un percorso di ascolto con i cittadini, siamo stati sollecitati su problematiche specifiche, soprattutto sui lavori pubblici, sulla sosta, sulla sicurezza. Stiamo continuando con l’ascolto e la predisposizione del programma.

Il partito socialista italiano di Siena, per le elezioni comunali del 2011 ha deciso di aprirsi alle esperienze riformiste e laiche. Per questo i riformisti, saranno aperti e disponibili alla contaminazione con chi condividerà la visione del futuro per la nostra Siena. Consapevoli della necessità che una forza riformista nella politica senese sia determinante. Siamo spronati in questa esperienza nata nel 2001, dal rientro con noi di tanti socialisti , ma soprattutto dal supporto di nuovi amici e compagni che hanno portato nuove idee e linfa nuova.

Abbiamo letto sulla stampa che alcune forze politiche ed anche il segretario comunale del PD parlano di primarie.

In questa fase difficile dal punto di vista sociale ed economico, è necessario non creare nuove fratture, consapevoli che quelle del passato non sono state completamente ricomposte e pensare responsabilmente alle scelte migliori per la nostra comunità.

Il mandato che diamo ai nostri dirigenti è quindi chiaro: devono lavorare con le forze politiche di centro sinistra per trovare la migliore proposta da portare all’esame dei cittadini, nella consultazione elettorale del 2011. In questa momento particolare, questa è la responsabilità della classe politica. Fare una scelta consapevole per il bene comune e porla alla valutazione dei cittadini. Con coraggio e passione. Non ricorrendo alle primarie.

Se al contrario, il centro sinistra non saprà interpretare questa nostra aspettativa di unità, se quindi verranno convocate le primarie, allora formuleremo la migliore proposta riformista per il futuro della nostra città. Noi che da sempre abbiamo la governabilità, cioè la realizzazione delle cose possibili, come guida per tutte le nostre azioni politiche. .

martedì 31 agosto 2010

Fanghi nel Comune di Radicofani, le buone ragioni di Magrini

Il Partito Socialista – Riformisti di Siena è vicino al sindaco di Radicofani Massimo Magrini nella sua battaglia contro lo smaltimento selvaggio dei fanghi sul territorio comunale del paese. Non si tratta del solito nimby (non nel mio giardino) tipico dell’ambientalismo cieco e contro lo sviluppo, ma di una richiesta legittima, affinché si possa arrivare allo smaltimento dei fanghi a “chilometro zero”. L’obiettivo deve essere l’autosufficienza di ogni territorio provinciale. Apprezziamo dunque l’apertura di Magrini allo smaltimento dei fanghi (controllati e certificati) provenienti dalla provincia di Siena, ma allo stesso tempo condividiamo in pieno le sue preoccupazioni sullo smaltimento di fanghi provenienti da altre regioni, in particolare da quelle molto lontane, in quanto risulta inspiegabile la motivazione di un viaggio lungo anche 500 km. Alle volte a pensare male si arriva vicini alla verità. Facciamo dunque un appello forte alla Provincia affinché, nei limiti delle sue competenze, regolamenti lo smaltimento dei fanghi, una pratica che, purtroppo, fa riferimento a normative europee e nazionali assolutamente inadeguate a gestire il fenomeno. Il Partito Socialista-Riformisti è dunque vicino al sindaco Massimo Magrini ed a tutta la popolazione di Radicofani giustamente preoccupata per la dimensione che ha assunto nel territorio comunale questo fenomeno, che rischia di danneggiare un territorio unico nel suo genere.

venerdì 16 luglio 2010

Psi, tanti senesi nel Consiglio Nazionale

Il segretario del partito Riccardo Nencini durante il Congresso Nazionale ha lanciato la “Sinistra del fare” ed è stato formato il nuovo Consiglio Nazionale dei partito, che ha visto eletta una nutrita rappresentanza proveniente dalla provincia di Siena. A rappresentare il territorio senese saranno Anna Carli, Silvia Lazzeroni, Franco Pazzaglia, Luciano Garosi e Giorgio Del Ciondolo. Nella commissione di garanzia è stato quindi eletto Giacomo Brogi. E’ stato un congresso molto partecipato e sentito dalla base degli iscritti al Psi. Fra gli altri, sono intervenuti i maggiori rappresentanti dei partiti nazionali del centro e della sinistra, ad iniziare dal segretario del Pd Bersani, quindi il massimo rappresentante dell’Udc Pier Ferdinando Casini, Ferrero, Rutelli e così via. Al centro di quasi tutti gli interventi è stata la forte volontà di costruire un’alternativa credibile e forte all’attuale Governo, che con tutte le sue leggi e provvedimenti sta portando sul lastrico il paese, con decisioni che spesso vanno in direzione opposta a quella che è la visione del Partito Socialista, quantomeno nelle scelte di fondo. “Sinistra del fare”, questo lo slogan che ha contraddistinto il congresso nazionale e che contraddistingue anche la politica socialista a livello locale.

mercoledì 23 giugno 2010

Psi della provincia di Siena elegge i delegati

Venerdì prossimo 25 giugno i socialisti si ritroveranno per l’assemblea provinciale elettiva in vista della prossima stagione congressuale. Per tutti gli iscritti al Partito Socialista – Riformisti della provincia di Siena l’appuntamento è per le ore 17.30, presso l’Hotel Due Ponti in Viale Europa 12, poco prima del Ruffolo. All’ordine del giorno ci sarà l’elezione dei delegati in vista dell’assise regionale, oltre ad altri punti. Potranno partecipare tutti gli iscritti al partito.

venerdì 18 giugno 2010

Acqua e servizi: le proposte che il consigliere PSI Ciucchi porterà in Regione

Accettare la sfida dell’eliminazione degli sprechi e delle inefficienze, lavorare per superare la frammentazione delle aziende pubbliche e renderle più snelle ed economiche, contenere i costi delle bollette per le famiglie toscane già in difficoltà per la situazione economica generale. Sono questi i punti salienti usciti dal seminario organizzato a Siena dal Psi Riformisti regionale insieme alla federazione provinciale senese, tenuto presso la Sala della Biblioteca del Complesso Museale di Santa Maria della Scala. Nel corso del seminario moderato dall’assessore socialista Silvia Lazzeroni si è trattato di rifiuti (Graziano Cipriani), trasporti (Antonio Perferi), gas ed energie alternative (Ugo Sani), acqua (Giancarlo Tei), partendo dai dati del rapporto annuale Cispel e con una attenzione particolare alla situazione della Toscana del Sud. Constatate le criticità del sistema rifiuti (troppe aziende, aziende piccole, ritardo nell’attuazione dei piani industriali nella realizzazione degli impianti), l’impossibilità di mantenere un sistema di trasporti pubblici considerando i tagli del decreto Tremonti, la demagogicità ed inutilità dei referendum sulla cosiddetta “ripubblicizzazione dell’acqua.
Il Consigliere regionale e Segretario del Psi Pieraldo Ciucchi che ha concluso i lavori, ha individuato due punti cardine d’intervento sul quale il Partito Socialista avvierà una iniziativa istituzionale, partendo dalla creazione di un Fondo di Garanzia Regionale (Blind Trust) nel quale i Comuni conferiscano i pacchetti azionari che possiedono nelle attuali società di gestione. Ciò consentirebbe di affidare a manager esterni, anziché ai riciclati politici il governo delle aziende che dovranno garantire ai Comuni attraverso il Fondo un reddito annuo percentualizzato garantito, riportando in capo agli stessi il loro ruolo peculiare di indirizzo e controllo e sottraendoli al conflitto d’interesse, quello cioè di essere soggetti gestori e al contempo controllori di loro stessi; sarà poi prioritario costruire in Toscana un’unica industria dell’acqua; un settore che già oggi produce consistenti utili che dovranno sempre più essere ripartiti in parte in una maggiore equità tariffaria, in parte in investimenti ed in parte socializzandoli con i Comuni per la realizzazione di scuole, asili, assistenza agli anziani. Ciucchi ha inoltre lanciato l’idea di costituire subito un’Autorità indipendente di Controllo con poteri reali.

mercoledì 16 giugno 2010

Servizi pubblici secondo il Psi

Acqua e servizi primari per i cittadini. La politica dei Riformisti

Incontro domani alle 16 al Santa Maria della Scala, palazzo Squarcialupi

Domani, giovedì 17 giugno a Siena alle ore 16, presso la sala biblioteca di palazzo Squarcialupi (Santa Maria della Scala) il Psi toscano organizza un seminario per affrontare il tema della gestione dei Servizi pubblici a rilevanza economica (energia, rifiuti, acqua, trasporti) con particolare riferimento al contesto della Toscana del sud.

I relatori Graziano Cipriani (presidente Aar), Antonio Perferi (assessore Provincia di Arezzo), Ugo Sani (membro cda. Intesa) e Giancarlo Tei (consigliere comunale di Grosseto). Saranno introdotti da una relazione di Vincenzo Caciulli (membro del Corecom) e offriranno un quadro degli ultimi accadimenti dei processi industriali in atto nella Toscana del Sud rapportandoli con la dinamica industriale di tutta la Regione.

Tra le questioni centrali che saranno affrontate: come restituire agli enti locali il potere di esercizio nelle funzioni di indirizzo e di controllo, come garantire ai cittadini servizi di qualità e a costi più contenuti possibile, come affrontare la questione della crescita e della aggregazione fra imprese pubbliche, come predisporre strutture deputate alla difesa degli utenti e dei consumatori, oggi assenti.

Le conclusioni saranno di Pieraldo Ciucchi, Consigliere Regionale e Segretario Regionale del Psi, che si soffermerà sulla necessità di costruire un sistema di relazioni per le aziende che operano nei vari settori, le istituzioni, gli imprenditori privati ed i consumatori. “Una necessità – spiega Ciucchi – che nasce nella consapevolezza che la sfida che la Toscana è chiamata ad affrontare si può vincere se siamo disposti a scommettere sulla costruzione di un sistema dei servizi a rilevanza economica in grado di stare nella competizione tutelando il consumatore/utente e i ceti deboli. Come socialisti – conclude Ciucchi – sentiamo il bisogno di far chiarezza soprattutto sul tema del referendum sulla ripubblicizzazione dell’acqua. L’obiettivo è quello di costruire un’industria dell’acqua con un sistema tariffario equo e avendo scelto in Toscana la s.p.a. mista pubblico/privato a prevalente capitale pubblico, non si produrranno gli effetti della privatizzazione della gestione dell’acqua prevista dalla norma nazionale. Questo, le forze politiche della sinistra radicale, movimentista e giustizialista, dovrebbero spiegarlo ai cittadini toscani”.

giovedì 10 giugno 2010

Socialisti e ateneo, le idee della Fgs

Lavoro e percorso di studi degli studenti, le ripercussioni del bilancio sulla formazione.

I giovani del Psi-Riformisti organizzano domani, 11 giugno, un’iniziativa sull’Università

I Giovani Socialisti di Siena si riuniranno domani, venerdì 11 giugno alle ore 17.30, nei locali della Federazione Provinciale Psi in via Massetana Romana, per un incontro-dibattito dedicato alla situazione dell’Università italiana, con particolare riferimento alla realtà senese, dal titolo Università, Istruzione Pubblica, Formazione. La Federazione Giovani Socialisti, che fa riferimento al Psi-Riformisti di Siena, data l’importanza dell’ateneo senese, la cui sorte riguarda il futuro di molti lavoratori e mette in discussione l’iter formativo degli studenti, intende dare il suo contributo in termini di idee e di proposte alla soluzione del problema ed essere da sprono nel porre all’attenzione delle istituzioni, delle organizzazioni politiche e di quelle sindacali affinché si prendano dei provvedimenti adeguati ed in tempi ragionevoli. All’incontro parteciperanno Riccardo Martinelli della Fondazione Mps, Franco Pazzaglia, vicesegretario regionale Psi, Eleonora Scricciolo della Uil Università e Ricerca, Luca Baragatti, segretario regionale Fgs, Niccolò Malacarne, coordinatore provinciale Fgs. L’incontro è aperto a tutti gli interessati che vorranno portare il loro contributo.

lunedì 7 giugno 2010

Pedaggio? No totale dei socialisti

Servono nuove regole per gli appalti più dei “balzelli”. Ai riformisti non piace neppure il “federalismo stradale”.

Pedaggio sulla Siena-Firenze? Assolutamente no, in modo forte e deciso. La strada attualmente versa in condizioni terribili ed il solo pensiero di dover pagare anche una “gabella” assume un senso quasi comico. Il Partito Socialista - Riformisti di Siena è contrario anche ad un pedaggio parziale, che salverebbe i residenti. Oltre ad essere macchinoso e soggettivo, questo metodo toglierebbe capacità di spesa ai turisti, unici pagatori, forse, assieme alle imprese, che vedrebbero ancora aumentare il peso delle imposte indirette. Questa sorta di “federalismo stradale” lo rispediamo dunque diritto al mittente. Sorprende che alcuni esponenti della sinistra abbiano manifestato un’apertura a questa possibilità. E’ infatti evidente che gli eventuali introiti dal pedaggio andrebbero direttamente nel grande calderone dei lavori pubblici, a portare acqua ai conti resi secchi dal metodo della “cricca”, oltre ad anni di malcostume di disonestà varia. Prima di pensare a mettere pedaggi vari il Governo ed i loro rappresentanti locali si preoccupino di una nuova legge sugli appalti, che eviti che un’opera pubblica richieda il triplo di tempo e di risorse previste in sede di gara. Che il Governo vari provvedimenti atti a favorire le imprese locali, soprattutto per i lavori “sotto soglia”. E’ allucinante pensare di stare dieci o quindici anni in mezzo ai cantieri sulla Siena-Firenze, pagando anche il pedaggio. Prima il Governo completi la strada, portando il limite a 110km orari, poi si potrà parlare di pedaggio. Nel frattempo ribadiamo il nostro “No” a questa sorta di “federalismo stradale” che ricorda quasi il film “Non ci resta che piangere”, con il gabelliere che poneva le celebri domande. “Quanti siete, cosa portate, da dove venite”. L’ambientazione purtroppo non è certo quella leonardesca, ma riguarda drammaticamente le migliaia di lavoratori pendolari, turisti, aziende, che ogni giorno percorrono e ripercorrono l’autopalio. Riguarda le centinaia d'imprese che si spostano lungo questa arteria per raggiungere cantieri, magazzini, clienti e quant'altro. In conclusione il Partito Socialista - Riformisti di Siena richiama dunque l'attenzione della cittadinanza intera, esprimendo in maniera forte un parere contrario in merito all'adozione anche parziale dell'ennesimo balzello finanziario destinato ad aggravare le condizioni economiche, spesso già precarie, di tutti coloro che quotidianamente si spostano da Siena per lo svolgimento delle proprie attività.

Fonte: Partito Socialista – Riformisti Siena

sabato 5 giugno 2010

Avanti della Domenica n.17

Avanti n.17 del 6 giugno 2010




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venerdì 4 giugno 2010

Pontida

NENCINI: RISPETTO PER LE ISTITUZIONI. SABATO A PONTIDA SFIDIAMO LA LEGA

"Un partito di governo che diserta la festa della Repubblica e un suo ministro di primo piano come Maroni, che all'inno nazionale preferisce la musica pop, deve avere un qualche significato che ci sfugge".
Lo ha dichiarato il segretario nazionale del Psi, Riccardo Nencini.
"Forse siamo di fronte alla solita pantomima finto-indipendentista per tenere desta la barzelletta della Padania - ha continuato - oppure si tratta del braccio di ferro tutto interno alla maggioranza sulla testa di un presidente del consiglio sempre più scolorito. O forse tutte queste cose insieme e altro ancora. Per questo abbiamo scelto di tenere la nostra celebrazione della Festa della Repubblica a Pontida, sabato 5 giugno, che non è la capitale della fantomatica Padania, ma - come sa chi ha studiato appena un po' la storia - una delle tappe che hanno portato nei secoli all'Unità d'Italia. La nostra è proprio una sfida alla Lega, che ci porterà fino a Teano. Ci piacerebbe - ha concluso Nencini - che vi partecipassero gli italiani di qualunque partito, per ricordare che occorre un rispetto minimo delle Istituzioni, bandiere e feste nazionali comprese, perché a forza di irriderle, un bel giorno ci si può ritrovare a quando valeva il detto "Franza o Spagna, purché se magna".
L'iniziativa del Psi, cui parteciperà il segretario del partito, Nencini, si svolgerà a Pontida, a partire dalle ore 10,30 in piazza dell'Abbazia, Monastero di San Giacomo Maggiore.


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venerdì 28 maggio 2010

Avanti della Domenica n.16

Avanti n.16 del 30 maggio 2010




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venerdì 21 maggio 2010

Avanti della Domenica n.15

Avanti n.15 del 23 maggio 2010




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sabato 15 maggio 2010

Partito Socialista newsletter del 15 maggio 2010

Newsletter del 15 maggio 2010

IDEE PER IL CONGRESSO

Tra il 9 e l'11 luglio, a Perugia, il Psi terrà il congresso nazionale.

Dedicheremo il congresso al lavoro ed alle sue tutele, al merito e alla creatività di una generazione che guarda al futuro con scetticismo, alle riforme in grado di rendere più forte e più giusta la Repubblica nella quale viviamo.Abbiamo le nostre idee e vogliamo conoscere le tue.

Per discuterle, per condividerle oppure per confrontarle.

Se le condividiamo, le facciamo nostre e proviamo a trasformarle in legge.

I socialisti ritengono prioritario dirottare risorse per tutelare il lavoro atipico, i tanti mestieri legati a contratti a tempo determinato che non possono contare su nessun diritto garantito per i lavoratori. Il "reddito di cittadinanza" dovrebbe diventare legge per tutti e lo "Statuto dei lavori" lo strumento per estendere gli ammortizzatori sociali a chi si trova nella condizione del bisogno.

Valorizzare la scuola pubblica, estendere i progetti "Erasmus" alle scuole superiori, sostenere chi ha merito ma non ha denaro per proseguire gli studi, finanziare le idee dei più giovani, utilizzare il micro-credito per accendere possibilità di impresa, aiutare economicamente chi risiede per studio lontano dalla sua terra, moltiplicare i mutui a tasso agevolato per l'acquisto della prima casa. I socialisti la pensano così.

Infine, il tema delle riforme.

Solo gli italiani, eleggendo una Assemblea Costituente, possono decidere in quale Repubblica vogliono vivere: presidenziale o parlamentare. Una scelta che non può essere delegata a nessun parlamento e a nessun "accordicchio" tra le parti. A Perugia discuteremo di queste priorità e di altre questioni.

Aspettiamo i tuoi suggerimenti, le tue idee, le tue opinioni.

RICCARDO NENCINI


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giovedì 13 maggio 2010

Avanti della Domenica n.14

Avanti n.14 del 16 maggio 2010




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giovedì 6 maggio 2010

Avanti della Domenica n.13

Avanti n.13 del 9 maggio 2010




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giovedì 29 aprile 2010

Avanti della Domenica n.12

Newsletter del 29 aprile 2010


Avanti n.12 del 2 maggio 2010




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giovedì 22 aprile 2010

Avanti della Domenica n.11

Newsletter del 22 aprile 2010


Avanti n.11 del 25 aprile 2010




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giovedì 15 aprile 2010

Partito Socialista newsletter del 15 aprile 2010

Newsletter del 15 aprile 2010


Avanti n.10 del 18 aprile 2010




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martedì 6 aprile 2010

Partito Socialista newsletter del 6 aprile 2010

Newsletter del 6 aprile 2010

STOP ALLA PROTESTA VERSO REPUBBLICA.IT

Dopo una serie di contatti e chiarimenti che hanno avuto luogo oggi tra la direzione del partito e la redazione di Repubblica.it, a seguito dell'impegno assunto da quest'ultima di inserire la comunicazione, nel riepilogo riassuntivo, del risultato ottenuto dal PSI nelle ultime elezioni regionali, in considerazione del fatto che decadono, almeno in parte, le ragioni da cui ha tratto origine, i socialisti pongono fine alla loro protesta.


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venerdì 2 aprile 2010

Partito Socialista newsletter del 2 aprile 2010

NEWSLETTER DEL 2 aprile 2010

Scrivi a Repubblica.it
VIETATO OSCURARE

La censura, l'oscuramento del Psi da parte della stragrande maggioranza dei media italiani sono emersi in tutta la loro sistematicità e gravità nel corso della campagna elettorale e anche all'indomani del voto quando si è trattato di dare conto dei risultati elettorali dalla cui lettura, relativamente al numero degli eletti nei Consigli regionali, appare chiaro che il PSI ha eletto il maggior numero di candidati rispetto alle altre forze del centrosinistra, cosiddette piccole.
Neppure questo dato è stato fornito, se non in modo tardivo e solo da poche testate, all'attenzione di lettori, spettatori e navigatori del web. L'ultimo di una serie di episodi che hanno caratterizzato, con significativa continuità la politica di disinformazione riguardo all'attività del PSI e dei suoi dirigenti e simpatizzanti.
Tra le testate che si sono segnalate in questo sistematico occultamento e alterazione di fatti e protagonisti del dibattito politico, la capofila è senza dubbio Repubblica.it che, da anni, persegue con inaudito puntiglio la pratica dell'omissione dalla pubblicazione di qualsiasi notizia o immagine che riguardi i socialisti. Prassi messa in atto, con scientifica e documentabile precisione, nella trascorsa campagna elettorale.
Poichè c'è da credere che i responsabili di questo stato di cose, non più tollerabile, intenderanno proseguire in tale pratica, ti invitiamo ad inviare una e-mail di protesta al Direttore di Repubblica.it di cui suggeriamo il testo:

"I SOCIALISTI SONO STANCHI DI ESSERE SISTEMATICAMENTE OSCURATI E IGNORATI DA REPUBBLICA .IT. "

email da inviare a

g.smorto@repubblica.it



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giovedì 1 aprile 2010

Avanti della Domenica n.9

Newsletter del 1 aprile 2010


Avanti n.9 del 4 aprile 2010




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mercoledì 31 marzo 2010

Partito Socialista newsletter del 31 marzo 2010



Newsletter del 31 marzo 2010

Proseguono le consuete omissioni di gran parte dei media
TRA I COSIDDETTI "PICCOLI" IL PSI HA ELETTO IL MAGGIOR NUMERO DI CONSIGLIERI REGIONALI

Nostante televisione, stampa e new media evitino accuratamente, come consuetudine, di dare una notizia che è facilmente desumibile dopo una rapida analisi del voto, mentre già qualcuno era pronto a intonare il "de profundis" al Psi e al suo segretario, giova al contrario sottolineare che Psi ha eletto il maggior numero di consiglieri regionali tra i cosiddetti piccoli partiti del Centro Sinistra. E' quanto si può tranquillamente evincere dalla consultazione dei dati ormai pressochè definitivi delle elezioni regionali del 28 e 29 marzo.
Nelle 13 regioni in cui si è votato infatti i socialisti hanno eletto 14 consiglieri regionali contro i 13 di Sel, gli 8 della Federazione della sinistra, i 5 dell'Udeur, i 4 dei Verdi e i 3 ciascuno di Api e Radicali.
Va pure sottolineato il significativo dato delle comunali di Venezia dove, a scrutinio ultimanto il Psi si attesta ad un lusinghiero 3.8% mentre alle provinciali dell'Aquila il partito ottiene il 2.8%.

Tabella eletti elezioni regionali

PSI 14
SeL 13
FED.SINISTRA 8
UDEUR 5
FED.VERDI 4
API 3
RADICALI 3

REGIONI
VOTI PSI
ELETTI
PIEMONTE
0.75
LOMBARDIA
0.3 (5 collegi su 12)
EMILIA ROMAGNA
-
Moriconi
TOSCANA
-
Ciucchi
UMBRIA
4.2
Rometti - Buconi
MARCHE
2.7
Pieroni
LAZIO
1.35
Romanzi
CAMPANIA
-
Oliviero - Mucciolo
PUGLIA
-
Introna - Pellegrino - Lo Nigro - Pastore - Calò
BASILICATA
4.7
Vita
CALABRIA
3.8



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giovedì 25 marzo 2010

Avanti della Domenica n.8

Newsletter del 25 marzo 2010

Avanti n.8 del 28 marzo 2010

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lunedì 22 marzo 2010

Clamorosa vittoria dei socialisti in Francia con il 54,3 %

DICHIARAZIONE DI RICCARDO NENCINI: ORA ANCHE IN ITALIA UN NO ALL'INGIUSTA POLITICA DEL GOVERNO

"I francesi hanno detto no al loro governo, un no ad una ingiusta politica di mancate riforme, di tasse soffocanti, di diritti dei più deboli violati, di cattive amministrazioni locali: ora tocca agli italiani.
Tocca anche a noi dare un segnale politico di grande significato che faccia capire come Berlusconi sia arrivato al capolinea. Il passaggio essenziale è una forte alleanza fra tutte le componenti del centro sinistra; il programma è semplice e ripercorre le strade che Martine Aubry ha saputo battere senza paura: sono le strade del riformismo socialista, serio, competente, in grado di mantenere promesse e impegni’’.

venerdì 19 marzo 2010

Avanti della Domenica n.7

Newsletter del 19 marzo 2010

Avanti n.7 del 21 marzo 2010

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Videointervista a Riccardo Nencini
REGIONALI. LA PROPOSTA SOCIALISTA: EQUITA', MERITO E PARITA' DI GENERE


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lunedì 15 marzo 2010

venerdì 12 marzo 2010

Avanti della Domenica n.6

Newsletter del 12 marzo 2010

Avanti n.6 del 14 marzo 2010

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mercoledì 10 marzo 2010

Partito Socialista newsletter del 9 marzo 2010

Newsletter del 9 marzo 2010

Il PSI aderisce alla manifestazione indetta dal Centrosinistra di sabato 13 marzo e sarà presente a Roma in Piazza del popolo con i propri militanti e le proprie bandiere.
Tuttavia dev'essere chiaro che lo spirito con il quale i socialisti hanno aderito e parteciperanno alla manifestazione è diametralmente opposto rispetto al clima da "jacquerie" strumentale e dannoso per le istituzioni che alcuni settori del centrosinistra hanno scatenato sin dall'inizio della vicenda del decreto voluto dal governo Berlusconi.
In particolare è netta la presa di distanza dei socialisti dalla polemica aggressiva e fuorviante che Antonio Di Pietro ha indirizzato contro il Presidente della repubblica.
Per testimoniare la solidarietà e la vicinanza a Giorgio Napolitano, giovedì 11 alle ore 12.00, al termine della conferenza stampa di presentazione della lista e dei candidati del PSI alle regionali del Lazio, Riccardo Nencini guiderà una manifestazione socialista a sostegno del Presidente Napolitano di fronte al palazzo del Quirinale.

Guarda il video "invito alla riflessione"



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venerdì 5 marzo 2010

Avanti della Domenica n.5

Avanti n.5 del 7 marzo 2010


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venerdì 26 febbraio 2010

Partito Socialista newsletter del 26 febbraio 2010

NEWSLETTER DEL 26 FEBBRAIO 2010

Venerdì 26 febbraio alle ore 16.00, Riccardo Nencini interviene in studio a Tribuna Elettorale.


Avanti n.4 del 28 febbraio 2010

Archivio





INFO Conferenza programmatica

HOTEL ARAN MANTEGNA, Via Mantegna 130, 00147 Roma EUR

Procedura Prenotazione e policy camere:

Camera DUS in BB ? 100.00
Camera DB in BB ? 140.00

La prenotazione dovrà pervenire a:
Ufficio Booking Sig. Giancarlo tel. 06.9895.2717 FAx 06.9895.2799 emai: individualamh@aranhotels.com
Riferimento: Convegno Assemblea Programmatica Partito Socialista
Fornire: Nome e Cognome - Carta di credito a garanzia - Data arrivo e Partenza
Pagamento: al check out

Penalità: L'annullamento della prenotazione viene accettata entro 24h dalla data di arrivo, in caso di no show verrà addebitato il costo della camera su carta di credito lasciata a garanzia.


Come arrivare alla sede della Conferenza Programmatica:

Da Stazione Termini e/o Metro Eur Fermi
bus 714 fermata Colombo/Georgofili, 400 mt hotel
Da Metro San Paolo bus 670
Da Centro Linea express 30 Fermata Colombo/Rufino
Stazione TAXI: Eur Fermi - San Paolo - Stazione Ostiense


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martedì 23 febbraio 2010

Partito Socialista newsletter del 23 febbraio 2010

NEWSLETTER DEL 23 FEBBRAIO 2010



Venerdì 26 febbraio alle ore 16.00, Riccardo Nencini interviene in studio a Tribuna Elettorale.


PERTINI: L' ANIMA ETICA DELLA DEMOCRAZIA E DEL SOCIALISMO RIFORMISTA

''La democrazia si difende e si rafforza con una grande tensione morale. Si colpiscano i colpevoli di corruzione senza pietismi. Bisogna essere intransigenti verso se stessi ed io lo sono stato: ho resistito al fascismo ed ho sempre compiuto il mio dovere''. Sono parole, queste, che identificano immediatamente Sandro Pertini, Presidente di tutti gli italiani e garante della Costituzione con la forza e con la passione di un eroe risorgimentale. Con Sandro si chiude una straordinaria galleria di ricordi e di celebrazioni tutte incardinate sul primo bimestre di questo 2010. Andrea Costa, Craxi, Nenni, Pertini. Oltre un secolo di storia del socialismo italiano. Una bella storia. La storia dalla parte giusta.
Pertini rappresentò al contempo l' ala meno ideologizzata del partito e la fedeltà alla 'purezza' originaria, ad un socialismo idealista ed autonomo che affondava le sue radici in un tempo antico, dal quale non si separò mai. Nemmeno quando venne chiamato al Quirinale.
Al Colle, lo stile Pertini è inequivocabile e innovativo; diventa la rappresentazione di un forte legame personale fra istituzioni e paese in un periodo di spietata crisi italiana. Terrorismo, rapimento e omicidio di Moro, difficoltà economiche e politiche. Fu il momento di riappropriarsi e di esaltare i valori che avevano fatto sbocciare la democrazia, combattere nuovamente e sconfiggere i suoi nemici. Capì, con grande anticipo, quello che oggi - nel degradarsi di quella tensione morale che il comportamento di tanti protagonisti della nostra vita pubblica rende così evidente - è il rischio maggiore di una democrazia: il venir meno del suo cuore etico. Ecco la modernità e attualità di Sandro Pertini: interpretare l' anima etica della democrazia e con essa del socialismo riformista; quasi un messaggio che trascende la dimensione istituzionale.
Ad esso oggi dobbiamo guardare con grande determinazione per ritrovare e coniugare regole e valori condivisi.
Il cuore dell' insegnamento di Pertini, che trova nell' attualità uno spaventevole riscontro, diventa la continuità che deve sussistere fra etica personale ed etica pubblica, educando e ancorando le coscienze alla rettitudine. Forse è anche l' unico modo oggi di abituarci all' uso critico dei media, protagonisti di una stagione terribile per uomini e istituzioni, e formare cittadini e loro rappresentanti, oltre che ai diritti, ai doveri.
Il senso profondo della democrazia si manifesta nell'avvicinare i cittadini alle istituzioni e diventare modelli di impegno civile e morale per tutti.
Nella nostra memoria di socialisti e di italiani è questo che rimane scolpito con tutta la forza della nostra tradizione di democratici e riformisti.


IL NOSTRO SANDRO



INFO Conferenza programmatica

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giovedì 18 febbraio 2010

Avanti della Domenica n.3

Avanti della Domenica n.3

Leggi o scarica l'Avanti della Domenica n.3 del 21 febbraio 2010


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venerdì 12 febbraio 2010

Avanti della Domenica n.2

Leggi o scarica l'Avanti della Domenica n.2 del 14 febbraio 2010


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venerdì 5 febbraio 2010

Avanti della Domenica n.1

Avanti della Domenica n.1 del 7 febbraio 2010

Leggi o scarica l'Avanti della Domenica del 7 febbraio 2010


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martedì 19 gennaio 2010

Partito Socialista newsletter del 19 gennaio 2010



Newsletter del 19 gennaio 2009


Il convegno socialista a Roma
FARE LE RIFORME. CAMBIARE L'ITALIA.

"Nell'immaginario collettivo una parte del centrosinistra viene vista come un baluardo contro i cambiamenti, la trincea dei difensori più strenui dell'immobilità, e invece c'è una necessità impellente di cambiamenti, di riforme". Così il segretario del Psi, Riccardo Nencini, ha riassunto il tema guida del convegno che si è svolto a Roma, introdotto da Ugo Intini e moderato da Daniela Brancati, e a cui hanno partecipato l'ex presidente della Camera e leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini e Enrico Letta vicesegretario del Partito democratico. "Contro questa sorta di Camera dei Lord, simbolo della conservazione, propongo - ha detto Nencini facendo riferimento anche alla provenienza geografica di Casini e Letta, l'uno emiliano come lui stesso e l'altro toscano - non un 'patto della crostata', ma un 'patto dell'Appennino' per mettere in campo un sistema di alleanze che vada oltre queste elezioni regionali e si proietti sulle prossime elezioni politiche, altrimenti saremo costretti a risparmiare fin da oggi anche sui manifesti elettorali perché la competizione si annuncia impossibile per chi, come tutti noi, auspica che questo paese meriti una stagione di riforme, proprio come era nel disegno di Craxi". Il convegno, nel ricordo della figura di Bettino Craxi, "Dalle riforme alle riforme. Il futuro della storia", è iniziato proprio con una breve rievocazione di Ugo Intini che ha messo l'accento sulle grandi capacità di innovazione dell'ex segretario del Psi, nella politica estera,in quella interna come in quella economica. "La memoria - è intervenuto Nencini rispondendo a Daniela Brancati che chiedeva l'utlilità per il Psi di restare all'ombra di questa grande storia che rischia di pesare troppo sul futuro e sul presente - è un salvadanaio dello spirito. Si conservano le persone che si amano e così anche le proprie radici. Certo non dobbiamo farci seppellire da queste storie, ma dobbiamo saperne trarre una lezione, un insegnamento. E nel nostro caso quello più importante è stato quello dell'innovazione." Il segretario del Psi ha ricordato come quella proposta avanzata da Craxi, nel settembre del 1979 con un articolo sull'Avanti!, giungesse alla fine di un decennio non migliore di quello appena trascorso, perché si era andati alle urne ripetutamente, tre volte per le politiche e una volta per il referendum sul divorzio, e perché si chiudeva la fase del 'compromesso storico' ma il segretario del Pci, Enrico Berlinguer aveva aperto quella della 'diversità comunista'. Una stagione in cui si governava solo con il tacito accordo dell'opposizione del Pci ed era molto difficile per il governo prendere delle decisioni e realizzare un progetto politico. In questo quadro Craxi intuisce che c'è la necessità di mettere fine al consociativismo. Il Psi allora non era un partito in preda a una 'mutazione genetica', ma che tentava di rappresentare una parte importante della società italiana, del ceto produttivo, delle nuove classi sociali, che restava esclusa, senza voce. "E' vero anche che le riforme da allora sono state fatte, ma in un modo contorto, senza dirlo, senza dargli il nome che dovevano avere. Si pensi alla riforma elettorale, a una Costituzione che è stata cambiata senza cambiarla, per esempio indicanbdo sulla scheda elettorale il candidato premier. Abbiamo cambiato anche il nome. Difatti lo chiamiamo capo del governo, che è altra cosa dal presidente del consiglio poteri, perché ha poteri e prerogative diverse. Abbiamo cambiato anche i poteri del governo, ampliando la decretazione d'urgenza, e tutto questo senza però mettere mani al delicato meccanismo degli equilibri costituzionali degli organismi di controllo. Abbiamo modificato il titolo anche il titolo V della Costituzione e fatto assumere alle istituzioni una forma verticistica con una legge elettorale per comuni, province e regioni, che assegna poteri straordinari indebolendo però tutte le assemblee elettive. Abbiamo fatto tutto questo senza imbopccare quella cvhe doveva essere la strada maestra per le riforme, l'Assemblea costituente". "Quanto ai paralleli con l'attualità - ha poi detto Nencini rispondendo a un'altra sollecitazione della Brancati - quello tra Craxi e Berlusconi mi convince molto poco. Molti oggi lo sostengono, ma io mi ricordo perfettamente di chi allora c'era e di chi non c'era, di chi girava con i cartelli attorno alle federazioni del Psi, di chi alzava i cappi a Montecitorio e di chi aveva comportamenti di dissenso ma civile, e chi è qui oggi, ha avuto allora un comportamento civile. Sul piano giudiziario poi, le differenze sono profonde. Craxi venne perseguito per ragioni politiche, Berlusconi per la sua attività imprenditoriale e questa è una differenza profonda. Non so se sia l'unica, ma a me basta". "Craxi certo - è intervenuto Casini ricordando di essere stata la prima personalità istituzionale, da presidente della Camera, a visitare la tomba ad Hammamet - non era un santo, ha fatto errori e ha pagato fino in fondo, forse anche una dose ben superiore agli errori fatti. Ha subito un processo di demonizzazione che fino allora pochi avevano subito. La sua vicenda umana ci ricorda che non bisogna mai demonizzare l'avversario politico". Il riferimento alla demonizzazione dell'avversario porta Casini a ritornare sui paralleli con l'attualità. "Io non sono un berlusconiano ho litigato molte volte con Berlusconi quando stavamo insieme, figuriamoci oggi che stiamo divisi, ma rifiuto la demonizzazione che di Berlusconi fanno alcune forze politiche" quanto alle polemiche sul 'doppio forno', ricordo che allora, erano rivolte a Craxi perché il Psi era alleato con il Pci in giunta in Emilia Romagna mentre era al governo con la Dc. Oggi, capisco che quelle scelte dipendevano dalla sua volontà di difendere l'autonomia del socialismo italiano". Casini ha poi sottolineato la necessità delle riforme che "vanno fatte mettendole al riparo dalle intemperie politiche perché se si fanno a maggioranza durano al massimo una legislatura" e a questo proposito ha ricordato "l'appello del capo dello Stato" perché "non è interesse di nessuno mettere i bastoni tra le ruote" mentre è importante non ripetere gli errori del passato come "fece il centrosinistra con la riforma del titolo V della Costituzione". Casini condivide appieno il giudizio su Craxi, un innovatore della politica italiana e a questo proposito dedica un saluto, molto applaudito dalla sala, ad altre due figure storiche del riformismo, Giuseppe Saragat, un anticipatore della ricerca dell'autonomia socialista, e Giuliano Vassalli, che sulla giustizia ebbe intuizioni di grande rilievo. "La bontà di questa iniziativa - ha per parte sua sottolineato Enrico Letta - sta proprio nel titolo stesso del convegno e nell'obbligarci a riflettere sulla storia e sul futuro. Gli elettori ci chiedono cosa pensiamo del futuro e la questione delle riforme è centrale. Il Pd sarà il partito delle riforme se riuscirà a declinare nei fatti concreti il moderno riformismo". Secondo Letta, "il Pd non può non incontrarsi con il Psi" e a questo proposito immagina che "più che un incontro sarà un'alleanza". Di certo "il Pd non può essere l'attuazione trent'anni dopo del compromesso storico. Sarebbe un grande limite se avesse una classe dirigente che viene solo dai due partiti fondatori" dagli eredi della Dc e del Pci, mentre deve avere al suo interno un'area che sia l'espressione del riformismo socialista perché "il ruolo del Pd, deve essere proprio quello di interprete di un moderno riformismo italiano". Il dibattito politico, secondo l'esponente del Pd, deve avere al centro, proprio come ha detto il Capo dello Stato, il tema delle riforme. "Cosa vuol dire oggi essere partito delle riforme? Vuol dire rimettere al centro la concretezza dei fatti non la narrazione dei fatti" Letta, portando poi l'esempio della riforma fiscale prima annunciata e poi smentita, ha sottolineato come Berlusconi si limita ad evocare delle storie e nella memoria della gente restino queste e non i fatti concreti dell'opposizione. "Non basta dire che quello che fa Berlusconi è sbagliato. Occorre costruire un'alternativa, far vedere alla gente che le nostre proposte sono credibili e solo se la gente ci vede come un'alternativa credibile possiamo vincere". "Chi oggi nel Pd rema contro i tentativi di allargamento dell'opposizione - ha poi aggiunto riferendosi all'attualità - e rifiuta nuove alleanze, immagina per noi tutti un futuro di tranquilla marginale forza di opposizione permanente" ma, ha concluso, "come ha detto Nencini a proposito dei Craxi e del riformismo, il successo di quella storia socialista è arrivato quando si è sposata ai temi dell'innovazione".


L'INTRODUZIONE DI UGO INTINI AL CONVEGNO "DALLE RIFORME ALLE RIFORME. IL FUTURO DELLA STORIA"
Oggi leggerò. Per l'emozione che mi provoca il tema di Craxi. E anche per misurare le parole. Per una esigenza di equilibrio. Perchè tutti ormai dobbiamo fare un grande sforzo di moderazione,per ricostruire una storia condivisa dell'Italia. Diciamo la verità. L'Italia è l'unico grande Paese che non ha una storia condivisa. Non ha mai rimarginato la ferita della guerra civile 1943-45. Lo shock di Mani Pulite,e della caduta della prima Repubblica,si ripropone in continuo,come è accaduto in questi giorni con la polemica su Craxi. La divisione è andata estendendosi addirittura alle radici dello Stato nazionale,perché la Lega contesta lo stesso Risorgimento e l'unità d'Italia. Ogni passaggio cruciale della nostra storia costituisce ormai un trauma irrisolto,trasformando la vita politica in una guerra civile strisciante. Alimentata da chi,per mancanza di idee e di cultura politica, vive soltanto su di essa. Questa guerra civile deve finire,perché non c'è futuro senza una radice comune,senza il supporto di un passato unificante e condiviso. E' il tema del mio ultimo libro. Partendo dunque dalle radici,quelle di Craxi hanno sempre guidato tutta la sua vita politica. Il padre fu un capo della Resistenza,vice prefetto dopo la Liberazione a Milano,fedelissimo di Pietro Nenni e del suo socialismo autonomista. Fedelissimo esattamente come Craxi,che seguì Nenni nella buona e nella cattiva sorte. Ricambiato da altrettanto affetto. In una notte del dicembre 1979,mentre il segretario Craxi rischiava di essere messo in minoranza dalla direzione del PSI,nel pieno di un attacco mediatico e scandalistico al quale ne sarebbero seguiti molti altri,Nenni,ormai vecchio,andò stremato a dormire. Ma prima di sparire nell'ascensore gli disse:"ricordati,se hai bisogno del mio voto chiamami a qualunque ora e torno". Furono le sue ultime parole in pubblico. Perché morì a casa sua pochi giorni dopo. Questa foto ha un valore profondo. Appena diventato segretario del partito, Craxi innanzitutto pose le basi teoriche del nuovo corso. Ruppe clamorosamente nel 1978 con l'ideologia marxista leninista in nome non solo di un socialismo democratico,ma di un socialismo liberale,aperto ai principi del libero mercato e dell'efficienza. Questa idea di socialismo liberale, che i socialisti italiani sostennero persino prima degli altri,influenzò profondamente i compagni spagnoli e portoghesi,da poco ritornati alla libertà,e in grado di leggere l'italiano. Era un socialista liberale,Craxi. Ma non liberista. Distantissimo dalla nuova ideologia thatcheriana e reaganiana del libero mercato assoluto, senza freni,che avrebbe portato all'attuale disastro economico mondiale. E che una sinistra ex comunista e neofita dell'Occidente ha accettato in Italia senza spirito critico. Il nuovo corso socialista sfidò l'egemonia culturale comunista(consolidata negli anni '70)con una grande battaglia delle idee. Trasformando Mondoperaio e l'Avanti! in laboratori culturali. Portando per la prima volta nella Assemblea Nazionale socialista,accanto agli uomini di partito,intellettuali e tecnici:da Franco Rosi a Lina Wertmuller,da Sergio Zavoli a Mario Soldati,da Francesco Alberoni a Paolo Portoghesi,da Umberto Veronesi ai tecnici condotti poi a fare i ministri,come Antonio Ruberti,o Renato Ruggero. Per i maestri di Craxi,prima della politica veniva l'elaborazione culturale. E prima veniva,soprattutto per Nenni,il contesto internazionale. Quando il termine socialdemocratico suonava ancora come una eresia nella sinistra(e non soltanto nel PCI),Craxi ancorò innanzitutto saldamente il PSI all'Internazionale socialista e al socialismo europeo, diventandone uno dei leader riconosciuti. Con Brandt,Schmidt,Palme,Mitterrand,Gonzales,Soares. Tutti insieme ebbero un ruolo decisivo nel porre le basi dell'attuale Unione europea. E Craxi ebbe personalmente,come presidente di turno,l'opportunità di lasciare una impronta nella storia. Nel 1985,quando,al vertice di Milano,isolando la euroscettica Thatcher,impose il voto a maggioranza per passare al Mercato Unico. Una forzatura coraggiosa che però i conservatori britannici e i loro giornali,a cominciare dall'Economist, non gli hanno mai perdonato. Un passo decisivo verso la realizzazione di un sogno che fu di quanti passarono alla storia come padri fondatori al tempo stesso dell'Europa e dei partiti democristiani e socialisti dell'Europa. Come Adenauer e De Gasperi. Come Henry Spaak, Brandt,Nenni e,prima ancora,Turati,il quale,nel 1929,scriveva al leader socialista britannico:"abbiamo bisogno degli Stati Uniti d'Europa,altrimenti diventeremo una colonia di quella nostra ex colonia di un tempo,gli Stati Uniti d'America".1929!L'Europa,ricordiamolo,è stata fatta dai Partiti con la P maiuscola,non dalla antipartitocrazia. Un'altra impronta Craxi la lasciò quando,sfidando la piazza e i milioni di manifestanti pacifisti(una campagna di odio,oggi si direbbe)trasse sino in fondo le conseguenze della scelta Atlantica e consentì il dispiegamento dei missili Pershing e Cruise per bilanciare gli SS-20 puntati dall'URSS contro l'Europa,allo scopo di intimidirla e separarla dagli Stati Uniti. Molti anni dopo,l'allora segretario di Stato americano Brezinski mi disse in sostanza. L'Italia era l'anello debole dell'Europa,per la presenza dei comunisti, del pacifismo cattolico e di una grande industria economicamente legata a Mosca,a cominciare dalla Fiat(Togliattigrad). Se il partito socialista non si fosse impegnato con coraggio,l'Italia non avrebbe installato i missili. Se l'Italia non lo avesse fatto,la Germania,e quindi l'Europa si sarebbero tirati indietro(come preannunciato dal cancelliere Schmidt). Se l'Europa non avesse installato i missili,la guerra fredda tra Est e Ovest,combattuta a tavolino da decenni e giunta alla mossa finale,sarebbe stata non vinta,ma persa dall'Occidente. E' così. Le circostanze hanno voluto che un piccolo partito italiano abbia avuto un ruolo storico decisivo. Craxi portò sino in fondo la scelta Atlantica,si,ma difendendo nel contempo la autonomia e la sovranità nazionale italiana anche nei confronti dell'alleato americano(talvolta un alleato imperiale). Come indica la fermezza verso i marines di Reagan a Sigonella(anch'essa,forse,mai perdonata in alcuni ambienti americani militari e dell'intelligence). Per la prima volta a sinistra,manifestò una solidarietà verso i perseguitati dalla tirannia non a senso unico. Non solo a Ovest(come usava fare il PCI)ma anche a Est. Aiutò gli oppositori e gli esuli cileni,greci,portoghesi(e palestinesi,pur nel rispetto dei diritti di Israele). Ma anche quelli russi e dell'Europa orientale. Sino a fare eleggere parlamentare europeo Jiri Pelikan, simbolo della primavera di Praga. Craxi sfidò la piazza,e una campagna di odio,per i missili,ma(e qui veniamo alla politica interna) anche per la riforma della scala mobile. Che lo portò ad affrontare nel 1985 il rischio mortale di un referendum. Vincendolo,spezzò un circolo vizioso tra caro vita e aumenti salariali nato da un accordo tra un sindacato a egemonia comunista e la Confindustria di Gianni Agnelli. Tra il 1984 e il 1987 ridusse così l'inflazione dal 16 al 6 per cento,mentre nel contempo l'economia italiana cresceva a tassi superiori alla media degli altri Paesi industriali. Ma segnò anche una svolta politica. Era finita l'epoca del sindacato cinghia di trasmissione(secondo la teoria comunista)della volontà del partito. Era finito il consociativismo,finita la possibilità per il PCI di esercitare,attraverso il sindacato,un diritto di veto sulle scelte economiche dei governi. Tutto ciò,però,nel rispetto del ruolo dei sindacati,sempre considerati da Craxi non un ostacolo,ma una grande risorsa per il Paese. Craxi fece eleggere alla Camera a Milano Loris Fortuna,il padre della legislazione sul divorzio e sull'aborto. Lo appoggiò in modo determinante in tutte le sue battaglie laiche e libertarie,che contribuirono a rinnovare il costume,lo portò a fare il ministro. Ma lasciò grande spazio ai cattolici nel partito socialista e come presidente del Consiglio perseguì il nuovo Concordato con la Santa Sede,che ebbe l'onore di firmare solennemente nel 1984. Recuperò per i socialisti e per la sinistra la tradizione risorgimentale che si era perduta. Il termine "patria" riacquistò per noi il suo significato profondo,con la musica di"viva l'Italia" di De Gregori ai congressi e con lo slogan del "socialismo tricolore". In sintonia profonda con il presidente Pertini,che contribuì a portare al Quirinale e che poi ebbe a sua volta un ruolo decisivo nel portare Craxi stesso a palazzo Chigi. In questo contesto tricolore si iscrive l'operazione mediatica e simbolica realizzata riaccendendo il mito di Garibaldi. Figlio della resistenza e dell'antifascismo,immaginò sotto il tricolore un percorso di pacificazione nazionale,che superasse uno dei traumi ricordati all'inizio,quello della guerra civile. Per la prima volta,mandò perciò una delegazione socialista al congresso del MSI di Almirante,perseguendo( una intuizione che oggi si dimostra lungimirante)il processo di integrazione nella democrazia di quanti militarono in buona fede dalla parte sbagliata della storia. Condusse una battaglia isolata,controcorrente(non certo la sola) per cercare,durante il sequestro Moro,una via umanitaria per la sua liberazione,in alternativa alla linea cosiddetta della fermezza. Non mi permetto di dare giudizi su posizioni tutte rispettabili,comprensibili e basate su ragioni solide. Non so se Moro potesse essere salvato concedendo qualcosa alle BR. Certo è tuttavia che, prima e dopo il 1978, in Italia e altrove,fermezza e legalità furono contraddette più volte. Certo è che un leader democratico insostituibile non c'è più,mentre i suoi assassini fanno conferenze all'università. Certo è che il terrorismo rosso è stato definitivamente sconfitto soltanto quando è stata isolata la sua matrice profonda. Una matrice non sufficientemente sottolineata e combattuta ai tempi del compromesso storico:il leninismo e lo stalinismo. Ecco,infine,le questioni sollevate da Craxi che ancora oggi sono al centro,irrisolte,del dibattito politico. Lanciò nel 1979 la proposta di una "grande riforma" delle istituzioni. Che desse più stabilità,rapidità di decisione ed efficienza ai governi. Fu trattato come un decisionista autoritario(questi erano i termini).Quasi come un eversore. Tuttavia,se le istituzioni fossero state rinnovate in tempo,attraverso una via riformista,non sarebbero state travolte attraverso una via traumatica nel 1992- 94. Soprattutto,si sarebbe passati a una Repubblica rinnovata nella continuità e senza vuoti. Oggi,abbiamo soltanto il vuoto,perché la prima Repubblica è stata distrutta,ma la seconda non è mai nata. Tra le riforme istituzionali rinviate in eterno,con conseguenze catastrofiche,Craxi indicava quella della giustizia,perché già alla fine degli anni '70 era evidente la sua assoluta inadeguatezza. Si scontrò con quei magistrati che subito alzarono un muro di conservazione corporativa. Certo. Ma in un contesto ben diverso da quello attuale. Perché quando poté indicare un ministro della Giustizia scelse il più grande penalista del dopoguerra,l'uomo che nel 1944 aveva liberato dal carcere nazifascista due futuri presidenti della Repubblica,Saragat e Pertini. Scelse un galantuomo indipendente e al di sopra di ogni sospetto,come Giuliano Vassalli. Da poco scomparso. In un recente discorso,dopo avere ricordato che Craxi gli chiese una volta di tenere conto di alcune preoccupazioni espresse dai magistrati sul nuovo codice di procedura penale,Vassalli ha aggiunto:"non ricordo,in tre anni e mezzo al ministero della Giustizia,alcun altro suggerimento o invito di Bettino,che pure era il segretario del mio partito". Craxi non era un uomo della destra,come tale in lotta contro i comunisti e Berlinguer. Al contrario, era un uomo della sinistra che contrastava i comunisti e Berlinguer perché voleva una sinistra a guida socialista contro la destra. In una lotta per l'egemonia all'interno della sinistra. In uno schema simile a quello che il suo amico e compagno Mitterrand era riuscito a rendere vincente in Francia. L'obbiettivo finale di Craxi era il bipolarismo,una sinistra socialista democratica e pragmatica civilmente contrapposta a una destra altrettanto democratica e pragmatica,come in tutta Europa. Oggi il bipolarismo c'è,ma non quello immaginato da Craxi. Non c'è infatti una sinistra socialdemocratica,con identità e radici chiare, quindi potenzialmente vincente, come nel resto d'Europa. Peggio. Ma questa è una opinione assolutamente personale. Il bipolarismo funziona ovunque perché in ciascuno dei due poli l'area dell'estremismo e della antipolitica(la chiamerei dell'impazzimento)è assolutamente ininfluente. Il bipolarismo da noi non funziona,ed è ormai un male per l'Italia,perché l'area dell'impazzimento,in ciascuno dei due poli,non è ininfluente. Al contrario,è assolutamente determinante e a tratti persino egemone. E' all'origine di quella eterna guerra civile strisciante ricordata all'inizio. Craxi fu un rinnovatore della politica e soprattutto della sinistra. Forse a volte troppo in anticipo rispetto ai tempi. E qui si manifesta un paradosso. Una parte spesso maggioritaria dell'establishment, dei suoi giornali,della cultura italiana,anziché sostenerlo,anziché incalzare a sua volta il partito comunista verso un processo di occidentalizzazione e democratizzazione,fece esattamente il contrario,ostacolando Craxi e dando per conclusa positivamente sin dai tempi di Berlinguer una evoluzione del PCI che, come i fatti hanno dimostrato,doveva ancora affrontare un lungo cammino. Persino sulle battaglie cruciali per la contestazione del marxismo,per i missili,per la riforma della scala mobile,i socialisti furono circondati dalla freddezza o addirittura dall'aperta ostilità di parte di questo establishment. E' la stessa parte ancora adesso pregiudizialmente ostile a Craxi. Quella che,come recentemente Giorgio Bocca su La Repubblica,continua a vedere nella grande storia appena ricordata soltanto una pagina di cronaca criminale,chiusa da Tangentopoli. Parliamo allora con franchezza di questo punto. Politique d'abord(la politica prima di tutto,come diceva Nenni).A la guerre comme a la guerre. Questi erano i principi seguiti durante la guerra fredda tra Est e Ovest. Durante la guerra,tutti i partiti,assolutamente tutti, si finanziavano in modo illegale o border line con la legalità. Consideravano i soldi necessari alla propaganda come le armi necessarie alla guerra. Ma finita la guerra,non hanno capito in tempo che per i cittadini la politica non veniva più d'abord,prima di tutto. Prima,venivano trasparenza e efficienza. Hanno continuato invece come prima e anzi peggio di prima,perché esaurita la carica ideologica e militante dei tempi,appunto, di guerra,gli apparati dei partiti cominciarono a diventare macchine di potere inutilmente pesanti e intrusive,fini a se stesse,spesso incapaci di impedire il dilagare della corruzione personale. Il partito socialista fu forse più fragile e più esposto di altri,perché non aveva alle spalle né la Chiesa e il potere vero,come la Democrazia Cristiana,né una tradizione di organizzazione e disciplina anch'essa quasi ecclesiale,come il PCI. Tutto questo va detto.C'è stata,prima di Mani Pulite,una degenerazione della politica. Si poteva però percorrere una via riformista per rinnovare la politica. Da iniziare dopo un bagno di verità. In fondo era questa la strada indicata da Craxi nel suo famoso discorso davanti alla Camera. Si imboccò invece la via rivoluzionaria,ovvero quella di distruggerli. Gli eccessi di una parte della magistratura furono amplificati e resi devastanti dal sostegno acritico della Confindustria e di tutta la grande stampa, e ovviamente dei partiti estranei alla maggioranza del tempo,che speravano di avvantaggiarsene:ex PCI,MSI,Lega. Mani Pulite trionfò rapidamente insieme alla antipolitica ma la rivoluzione,se proprio così vogliamo chiamarla,ebbe una caratteristica unica nella storia. Era infatti una rivoluzione senza progetto(tutte le rivoluzioni,buono o cattivo,ne hanno sempre avuto uno). Possedeva solo la pars destruens,non la pars costruens. E infatti ha distrutto la Repubblica dei partiti democratici senza riuscire a costruire una nuova Repubblica. Condannando il Paese al quasi ventennio di interminabile transizione. Distrutti i partiti democratici,svuotata e delegittimata la politica nel suo complesso,l'Italia è diventata un caso da manuale,a dimostrazione di una nota teoria di Lester Thurow,un grande politologo liberal del nostro tempo. "Quando si indeboliscono i partiti,crescono tre grandi mali:localismo,lobbismo,corporativismo". E infatti l'Italia è oggi il terreno dove dominano separatismo e xenofobia dei leghisti,il denaro delle lobby,le corporazioni più forti. La magistratura di Mani Pulite ha fatto semplicemente e scrupolosamente il suo dovere? Craxi è condannabile perché è stato latitante rispetto a una giustizia neutrale e serena,alla quale ci si poteva e doveva affidare? No. La magistratura di Mani Pulite non era neutrale,aveva il progetto salvifico, esplicitamente dichiarato, di distruggere il sistema politico per aprire la strada a un felice ordine nuovo. La prova del nove,a posteriori, della sua politicizzazione è il fatto che Di Pietro,deposta la toga,è diventato immediatamente,appunto,un leader politico. Non tra i più equilibrati e sereni. La carcerazione preventiva è stata trasformata in uno strumento di tortura per estorcere confessioni,provocando una catena di suicidi. L'avviso di garanzia è stato trasformato in una lettera di licenziamento dalla vita politica e di consegna al pubblico linciaggio. Il segreto istruttorio è stato ridicolizzato da un lavoro di equipe tra giornalisti e magistrati(un circo mediatico giudiziario) rivolto ad alimentare la caccia alle streghe che tutti ricordano sulle prime pagine di quotidiani fotocopia:una caccia alle streghe che ha spesso impedito ai tribunali giudizi sereni e che ancor oggi è una macchia nella storia d'Italia. Una macchia sulla quale,per riprendere il cammino e tornare finalmente alla normalità,deve essere fatta un'opera di verità. Anche tutto questo va detto. C'è stata,durante Mani Pulite,una degenerazione della giustizia e dell'informazione. In questo contesto,va vista la storia umana di Craxi. E la sua fine in esilio. Su di essa,per la esigenza di equilibrio ricordata all'inizio,concluderò non con le mie parole, ma ancora una volta con quelle di un grande giurista e di un padre della Repubblica,Giuliano Vassalli."Il pensiero di quanto è accaduto continua a ferirmi nei miei sentimenti più profondi. Se si fa astrazione dalla tragica fine di Aldo Moro,occorre riconoscere che nella storia dell'Italia prefascista e in quella dell'Italia democratica,nessuno che fosse stato presidente del Consiglio aveva subito una sorte tanto amara". Tanto amara, e tanto ingrata. Perché Craxi ha scritto alcune delle pagine più importanti e più nobili per la sinistra e per l'Italia.


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