Notizie dall'Europa
newsletter n.2
1 febbraio 2008
www.delegazioneps.eu
Delegazione Italiana PS - Gruppo Socialista al Parlamento europeo
notizie dal Parlamento
martedì 22 gennaio
Il gruppo PSE approva il piano europeo per il taglio delle emissioni di gas-serra: il 20 per cento è il minimo
Il gruppo Pse ha preso oggi la parola per valutare il piano europeo di tagli alle emissioni di gas-serra, ed ha considerato l'obiettivo di un taglio del 20% entro il 2020 definendolo "l'assoluto minimo"; occorrerà infatti un taglio ben maggiore, dal 25 al 40%, per limitare adeguatamente i gas. Questo però presuppone anche un accordo internazionale che impegni Cina, Russia, Usa. Per gli europarlamentari socialisti, in assenza di un accordo internazionale sulle emissioni, l'industria europea, sottoposta a discipline più stringenti e costose, dovrebbe essere protetta con apposite misure sulle importazioni.
mercoledì 30 gennaio
Battilocchio nominato relatore per la commissione Sviluppo dell'europarlamento sul progetto Erasmus Mundus 2009-2013
Il nuovo programma Erasmus si propone, in generale, di migliorare la qualità dell'istruzione superiore europea, promuovere il dialogo con società e culture diverse e la loro comprensione tramite la cooperazione tra istituti d'istruzione superiore e contatti interpersonali. Inoltre intende favorire gli obiettivi di politica estera della UE e contribuire allo sviluppo sostenibile dei Paesi terzi nel settore dell'istruzione superiore. Nominato relatore da parte della commissione Sviluppo del Parlamento Europeo per il nuovo progetto Erasmus Mundus, finalizzato ad attrarre studenti extraeuropei e a sostenere gli studenti europei nel mondo con un sistema di borse di studio, Alessandro Battilocchio è intervenuto in aula illustrando la maggiore portata in termini di obiettivi e attività del nuovo Erasmus Mundus. Infatti, ci si accinge a incrementare la dotazione finanziaria (493,69 milioni di euro) e a prevedere un'estensione del progetto a tutti i livelli dell'istruzione superiore.
giovedì 31 gennaio
La settimana dell'energia ecocompatibile
Da lunedì 28 gennaio si è tenuta la seconda settimana europea per l'energia ecocompatibile (EU Sustainable Energy Week, EUSEW 2008): 80 eventi in otto Paesi dell'Unione Europea. Efficienza energetica e un maggior utilizzo delle energie rinnovabili sono i pilastri della politica europea contro il cambiamento climatico. Tra gli eventi, il 28 gennaio, sotto gli auspici dei rappresentanti della Ue, le grandi aziende di distribuzione e dei produttori hanno sottoscritto un accordo per facilitare la distribuzione di decine di milioni di lampadine ecologiche; il 29 gennaio si è lanciato un "Patto dei Sindaci" a favore di un crescente ricorso a forme di consumo energetico più ecocompatibili nelle città europee.
notizie d'agenzia
venerdì 1 febbraio
Violenze sulle donne anche in gravidanza
Sono 6 milioni e 743mila le donne, in Italia, che hanno subito una violenza fisica o sessuale nella loro vita. La metà dei casi avviene all'interno delle mura domestiche ed il partner è il carnefice. E la violenza non si ferma neppure davanti alla gravidanza: l'11,2% delle donne incinta ha subito violenza dal partner. Questi i dati dell'Istat riportati in un dossier presentato oggi dall'on. Roberta Angelilli (capo delegazione An al Parlamento Europeo) per la «Campagna contro la violenza domestica» avviata dal Consiglio d'Europa, che prevede anche la diffusione nei circuiti televisivi italiani di uno spot di sensibilizzazione sul tema. Circa tre milioni di donne hanno subito violenza sessuale o fisica da parte del proprio partner e di queste solo il 18% considera i maltrattamenti in famiglia come un reato. «E' la strage delle donne e su questa carneficina il silenzio è assordante - ha detto l'on. Angellilli al convegno - è un fenomeno sottostimato persino dalle vittime che nel 95% dei casi non denunciano le violenze, anche quando subiscono per anni lesioni fisiche o psicologiche gravi». La violenza si consuma per più della metà dei casi all'interno delle mura domestiche (58,7%). Il disagio sociale e economico, l'aver subito da piccoli maltrattamenti portano spesso gli uomini di casa ad abusare delle proprie compagne. E la violenza aumenta anche in caso di gravidanze: in Italia l'11,2% delle donne incinta hanno subito violenza dal partner; di queste nel 52,5% dei casi la violenza durante la gestazione è rimasta uguale, nel 17,2% è aumentata mentre nel 13,6% i maltrattamenti hanno avuto inizio con la gravidanza. «La violenza sulle donne è una violazione dei diritti umani - ha detto Pia Locatelli, membro della Commissione per i Diritti della Donna al Parlamento Europeo e presidente dell'Internazionale Socialista Donne - lavoriamo da anni su questo aspetto ma tanta strada c'è ancora da fare, basti pensare che in Italia ci sono voluti circa 20 anni per avere una legge sulla violenza sessuale (dalla proposta del 1979 al varo nel 1999) ma ci sono ancora giudici che per valutare uno stupro perdono tempo a capire se la donna indossava in quel momento jeans con la zip o meno». La campagna del Consiglio d'Europa contro la violenza domestica durerà fino al giugno 2008, con l'obiettivo non solo di sensibilizzare l'opinione pubblica degli Stati membri del Consiglio ma anche di promuovere misure finanziarie e legislative a sostegno delle donne vittime di violenza. (www.lagazzettadelmezzogiorno.it)
approfondimento
martedì 22 gennaio
Occupazione e lavoro, la prospettiva europea
di Pia Locatelli
Il concetto di flexicurity (sicurezza flessibile, o sicurezza nella flessibilità) è stato introdotto dal gruppo del PSE nel dibattito al Parlamento Europeo (per saperne di più leggi questo articolo: http://www.pialocatelli.eu
L'occupazione in Italia è in una situazione positiva: l'Istat ha comunicato a dicembre gli ultimi dati: gli occupati sono al di sopra dei 23 milioni, con un tasso di occupazione che supera la soglia del 59%, mentre scende la disoccupazione addirittura al 5,6 %, miglior dato dal 1992. I dati però vanno incrociati con due riflessioni: la prima, le statistiche rilevano separatamente anche un dato di "inattivi", persone che hanno rinunciato a cercare lavoro. Non muoiono di fame, si tratta apparentemente di donne e di giovanissimi che rimangono in famiglia. Donne e giovani, e questa è la seconda e più grave questione, hanno difficoltà a entrare nel mercato: ai due estremi della scala, il 98,4% dei maschi laureati over 45 del centro Italia lavora, ma soltanto il 25,6% delle donne under 35 del Sud. In media, il tasso di occupazione maschile è intorno al 70/75%, quello femminile intorno al 50%.
Vuol dire che la distribuzione del benessere è fatta un po' come un sistema a cerchi concentrici, dove il centro è occupato dagli uomini, dagli uomini di una certa età (e certo poi contano anche altri fattori quali la provenienza geografica e l'istruzione... specialmente su quest'ultimo fattore torneremo). La periferia del sistema del benessere riguarda chi soffre di vivere in regioni svantaggiate, avere meno cultura e istruzione, essere donna!
Lo spreco delle risorse umane che questa situazione comporta - dal duplice aspetto di spreco di risorse e intelligenza femminile e di spreco di potenzialità dovute ai problemi di accesso alla formazione e all'istruzione - è quello che ci deve preoccupare.
Fino a vent'anni fa, al centro della nostra attenzione il dato dell'occupazione era centrale, poichè la stragrande maggioranza dei posti di lavoro, in un mercato in cui il lavoro era massimamente tutelato dai contratti nazionali, dalla pubblica amministrazione e, per il lavoro autonomo, da una situazione di forte regolamentazione del commercio e delle professioni (che aveva esiti corporativi ma faceva sentire garantito chi stava dentro queste corporazioni), faceva sì che lo scopo principale fosse "dare lavoro". Oggi esiste non soltanto un problema nell'accesso al lavoro, ma anche un problema nell'aspetto qualitativo: nel "come" si lavora, a causa della diffusione dei lavori precari e intermittenti, che ha prodotto infatti posti di lavoro che però non danno sufficiente sicurezza sul medio e lungo periodo, e spesso non danno un reddito sufficiente. Questa è la seconda cruciale questione: il lavoro è diventato flessibile, ma non possono essere flessibili i bisogni dei lavoratori, in termini di reddito minimo e di sicurezza familiare e personale.
Noi socialisti vogliamo una società di lavoro decente, non demonizziamo il lavoro flessibile (che risponde anche spesso alle richieste dei lavoratori, che non vogliono essere "sposati" ad un'azienda per sempre) ma per i lavoratori vogliamo sicurezza nel reddito, immaginiamo pari opportunità di accesso ai sistemi di welfare che non discriminino grandi aziende e piccole, lavoratori autonomi e dipendenti. Vogliamo un sistema di formazione continua, perchè soltanto l'economia della conoscenza può far fronte al continuo mutare imposto dalla modernità. Vogliamo politiche di conciliazione, che consentano a donne e uomini di uscire e di tornare nel mercato del lavoro, salvaguardando carriera e famiglia, "Pane e Rose".
In Italia si discute molto del problema dell'età pensionabile e della sostenibilità a lungo termine del sistema previdenziale, ma è un errore pensare che il problema stia esclusivamente su questo lato. Il vero problema è incidere drasticamente su quello che Pietro Ichino chiama 'dualismo del mercato del lavoro', che scarica i costi sociali della flessibilità in particolar modo sulle donne e sui giovani: un sistema che prevede lavoratrici e lavoratori con garanzie ormai anacronistiche ed altri lavoratrici e lavoratori 'deboli' che invece non possono godere della stabilità necessaria e dovuta.
La legge Biagi va completata con ammortizzatori sociali adeguati, ma chi si illude di abrogarla cerca in realtà di irrigidire ulteriormente il mercato del lavoro, garantendo alcuni lavoratrici e lavoratori ed escludendone molti altri che non troverebbero occupazione in un mercato rigido ed estremamente protetto. Il problema è invece seguire tutt'intero l'insegnamento di Marco Biagi, uno studioso di cultura socialista che ci ha lasciato due eredità: guardare la realtà del lavoro flessibile per quello che è, senza chiudere gli occhi, e quindi cercare di regolarla e dare anche ai lavoratori precari adeguata dignità, anche provvedendo alla loro sicurezza con garanzie di reddito. Questa seconda parte dell'insegnamento di Biagi non si trova nella legge che il governo Berlusconi ha voluto intitolargli, a titolo postumo. Il risultato è che in Italia c'è molta flessibilità ma poca sicurezza, e credo che Biagi non ne sarebbe stato affatto contento. Quello che è certo è che a flessibilità del lavoro può corrispondere sicurezza per il lavoratore. Anche il centrosinistra sembra non aver maturato questa convinzione: non siamo neppure riusciti, per lunghi mesi, ad ottenere che fosse recepito dal governo una misura minima per i co.co.pro, un "assegno-paracadute" che alla fine siamo riusciti a inserire nella legge finanziaria, ma dopo una dura battaglia che ha dovuto superare difficoltà e incomprensioni. Nella gran parte del centro-sinistra italiano c'è ancora l'idea che flessibilità e sicurezza siano in contrasto inevitabile, ma il risultato è schizofrenico: accordi come quello che lo scorso anno ha interessato la Fiat, pre-pensionamenti in cambio di impegni sull'occupazione futura con un tavolo governo-sindacati-impresa, vanno in sè bene, ma non sono un modello adeguato per la gran parte del mondo del lavoro. Oggi noi abbiamo bisogno di un welfare flessibile quanto è flessibile il mercato del lavoro: abbiamo bisogno di un welfare universale, che non garantisca solo chi vive nelle grandi aziende ma anche ogni cittadino e cittadina, oggi lavoratore, domani disoccupato, dopodomani lavoratore in formazione, o genitore in periodo di maternità (anche se maschio!). Questa è la flexicurity, che prevede garanzie di accesso alla formazione permanente per tutti i lavoratori e garanzie di reddito nei periodi di lavoro intermittente.
links
Pia Locatelli - www.pialocatelli.eu
Alessandro Battilocchio - www.battilocchio.com
Gianni De Michelis - gianni.demichelis@europarl
Partito Socialista - www.partitosocialista.it
Delegazione Italiana nel Gruppo PSE - www.delegazionepse.it
Gruppo PSE al Parlamento europeo - www.socialistgroup.org
per informazioni - luca.cefisi@europarl.europa.eu
Attenzione: per non ricevere più la Newsletter andare al seguente link http://nl.partitosocialista.isinet.it/AppModules/UI/Newsletter/Unsubscribe.aspx?mid=2887&email=pd8.costituente@blogger.com .
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