A FIRENZE E IN TOSCANA APRIRE ALL'UDC PER UNA NUOVA ALTERNATIVA RIFORMISTA Intervista di Pieraldo Ciucchi al periodico "I Riformisti"
Pieraldo Ciucchi, per porsi in modo credibile quale alternativa a Berlusconi, da dove dovrebbero ripartire i riformisti? Una classe politica seria, all'altezza di rispondere alla straordinaria crisi politica ed elettorale in cui sta precipitando il centro sinistra in Italia dovrebbe preoccuparsi di cogliere l'opportunità che si presenta con le elezioni amministrative ed europee per ridefinire un nuovo progetto politico, per dotarsi di una nuova strategia in grado di tornare ad assumere nella prospettiva più breve possibile l'orizzonte del governo dell'Italia. È davvero così compromessa la situazione? Quella dello scorso aprile non è stata una sconfitta elettorale; è stata una sconfitta strategica dalla quale si può uscire avviando cantieri nuovi per avviare un lavoro di condensazione ed identità, cioè una politica per sviluppare un "noi" di più appartenenza ed identità: un impegno oggi sempre più indispensabile. Con chi fare questo sforzo di rinnovamento, con chi reinventare una politica che il crollo delle ideologie ha formato e reso inaccettabile? Penso che dobbiamo far riferimento alle grandi forze storiche del Paese, ai serbatoi di idealità e di forze che emergono nel suo seno. Penso a quanti guardano al socialismo nella sua storia di riscatto umano e di battaglie per la libertà ed al cattolicesimo di ieri, di oggi e di domani. Un cattolicesimo da chiamare all'appello per la costruzione di una nuova politica, depurata dai suoi potenziali e reali integralismi, che pure permangono, e ne va sollecitata una spinta laica ad occuparsi di politica per sostenere la ricostruzione del paese. Ma il Partito Democratico non è già la sintesi dell'incontro fra le culture che hanno segnato la storia della prima repubblica? Nella storia della prima repubblica e nelle battaglie che hanno determinato l'evoluzione di un progresso civile, sociale, economico dell'Italia si riscontra con continuità un segno, una firma, una battaglia politica o parlamentare di matrice socialista che oggi è assente nell'idea ispiratrice che ha dato vita al Partito Democratico. Il quale non regge alla sfida della modernità proprio perché è fallito il tentativo di ciò che allora la tradizione dell'ex PCI disponeva in termini elettorali e politici di associarsi con una vasta area cattolica nella prospettiva del governo del Paese. Da dove ripartire allora? Da un socialismo moderno volto ad incontrare tanta parte di cultura socialista liberale e liberaldemocratica che sta con Berlusconi, che non dobbiamo consentire di radicarsi stabilmente in quel campo. Si riparte da quel cattolicesimo in grado di fornire un serbatoio di classe dirigente intelligente e laica disponibile a servire il proprio Paese, perseguendo un bene comune perché mossi da una spinta disinteressata che oggi è quasi impossibile cercare da altre parti. Come si declina questa impostazione politico-culturale sul piano della ricerca di nuove alleanze per il governo delle istituzioni locali? Rinunciare ad assumere una iniziativa politica forte in questa direzione, significa rassegnarsi all'idea che l'UDC di Casini venga inesorabilmente riassorbita nel centrodestra, ma significa anche essere consapevoli di doversi apprestare ad una lunga stagione all'opposizione. La Toscana e Firenze invece, potrebbero rappresentare anche in virtù della forza del PD in questa regione, il laboratorio politico dal quale far scaturire una nuova prospettiva nell'assunzione di un diverso orientamento del PD rispetto alla necessità di definire un nuovo progetto politico nel segno di nuove alleanze se vuol riaprire la partita con il centro-destra. Partendo dalla Toscana e da Firenze la proposta è quella di una alleanza con l'UDC? Le profonde trasformazioni sociali di questo tempo dovrebbero portare a riflettere anche sui segni evidenti di logoramento di un consenso pluridecennale che è destinato costantemente a regredire se la sinistra riformista non archivia l'impostazione assunta in questo ultimo decennio e non si rinnova guardando con interesse a quei campi che hanno continuato a germogliare e ad alimentare il consenso verso Berlusconi. Stabilire relazioni di forte dialogo politico con l'UDC a Firenze e in Toscana, significa dare vita ad un cantiere che non potrà non avere riflessi positivi rispetto alla prerogativa di determinare una svolta strategica che conduca l'UDC ad una scelta di campo alternativa a Berlusconi cui il PD e le altre forze e movimenti di ispirazione riformista della sinistra italiana sono chiamate a favorire. La "palla" che i Socialisti mettono in campo passa ora al PD ci pare di capire? Certo, bisognerebbe che le tante candidature a Sindaco provenienti dal PD avessero la lungimiranza di fare un passo in dietro, che Domenici non pretendesse il continuismo programmatico senza se e senza ma. Occorrerebbe davvero che a prevalere, una volta tanto fosse la politica e l'interesse del centro-sinistra se davvero si vuol essere credibili nel "salvare l'Italia".
IL FEDERALISMO DEL GOVERNO E' UN VULNUS ALLA COSTITUZIONE Grazie ad una mozione del Ps la Giunta riferirà all'aula La Giunta regionale si è impegnata, in seguito ad una mozione presentata dai socialisti e con il conseguente plauso di tutte le forze politiche, a predisporre una comunicazione e a riferire al Consiglio sul tema del federalismo fiscale, sul quale è indispensabile un confronto tra il governo regionale, le forze politiche ed i cittadini. La riforma presentata all'inizio di settembre dal ministro Calderoli in Consiglio dei ministri "in attuazione dell'articolo 119 della Costituzione" va ad incidere profondamente nei rapporti tra Stato e Regioni ma lo fa, a nostro avviso, introducendo elementi di incostituzionalità. L'articolo 120 della Costituzione prevede che la Regione non possa istituire dazi di importazione o esportazione o transito tra le Regioni, né adottare provvedimenti che ostacolino in qualsiasi modo la libera circolazione delle persone e delle cose tra le Regioni, né limitare l'esercizio del diritto al lavoro in qualunque parte del territorio nazionale. Sempre secondo il dettato costituzionale il Governo può sostituirsi a organi delle Regioni, delle Città metropolitane, delle Province e dei Comuni nel caso di mancato rispetto di norme e trattati internazionali o della normativa comunitaria oppure di pericolo grave per l'incolumità e la sicurezza pubblica, ovvero quando lo richiedono la tutela dell'u nità giuridica o dell'unità economica e in particolare la tutela dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali, prescindendo dai confini territoriali dei governi locali. La legge, conclude la Costituzione, definisce le procedure atte a garantire che i poteri sostitutivi siano esercitati nel rispetto del principio di sussidiarietà e del principio di leale collaborazione. Detto ciò, è evidente che la bozza Calderoli introduce un "vulnus", in quanto non definisce le procedure dei poteri sostitutivi del Governo previsti dall'art. 120 della Costituzione, separando l'attuazione dell'art. 119 dall'attuazione dell'art. 120, introdotto a garanzia e a tutela dell'unità giuridica, politica, civile e sociale dello Stato unitario, nonché a tutela dei livelli essenziali delle prestazioni riguardanti diritti civili e sociali di tutti gli italiani.
AL VIA LE 4 CAMPAGNE D'AUTUNNO: RIFORME, PRECARIATO, CARO VITA E DIRITTI CIVILI Giovedì 2 ottobre a Roma Riccardo Nencini presenterà le proposte di legge di iniziativa popolare Precariato nel lavoro, carovita, diritti civili, forma di governo. Saranno questi i temi delle quattro "campagne d'autunno" che il Partito Socialista lancerà giovedì a Roma, dove, davanti al palazzo della Corte di Cassazione, saranno presentate le proposte di legge di iniziativa popolare sulle quali partirà dalle prossime settimane una raccolta di firme in tutta Italia. «Sarà un autunno "caldo" – dice il segretario Riccardo Nencini -. Ci muoveremo su un doppio binario: presenteremo in Parlamento proposte di legge di iniziativa popolare raccogliendo per ogni legge le cinquantamila firme previste dalla Costituzione e al contempo continueremo la nostra battaglia per una 'Repubblica della partecipazione', promuovendo un 'Comitato per la democrazia' con le forze politiche non rappresentate in Parlamento, che metta i n campo una proposta di riforma delle istituzioni, per rafforzare la democrazia rappresentativa e difendere le preferenze alle prossime europee. Il nostro paese – ha detto ancora Nencini - deve ribellarsi al tentativo di riforma della legge elettorale europea e pretendere il mantenimento di un sistema proporzionale puro con preferenze, che garantisca la democrazia in Italia come in Europa». Un 'testimonial' d'eccezione della campagna in difesa delle preferenze dei socialisti sarà Vittorio Sgarbi, che partecipando alla festa nazionale di Vieste ha definito «criminale» l'attuale sistema elettorale, parlando di una «democrazia ferita». Eliminare le preferenze, secondo Sgarbi, significa in sostanza sottrarre alla democrazia il criterio della meritocrazia nella selezione della classe politica.
TESSERAMENTO, SI PARTE IL 30 SETTEMBRE La lettera del segretario nazionale Riccardo Nencini Care compagne, cari compagni, innanzitutto un caloroso ringraziamento a ciascuno di voi, a tutti i 72.000 cittadini che con l'adesione alla Costituente hanno concorso alla nascita del Partito Socialista. Il Congresso dello scorso luglio è stato l'ultima tappa di un percorso unitario che tutti insieme abbiamo lungamente auspicato e voluto e che, nonostante il risultato elettorale non soddisfacente, ricolloca i Socialisti a pieno titolo nel dibattito italiano. Non basta. Ora dobbiamo compiere un salto di qualità, e individuare un nuovo modo di fare politica che ci permetta di fare arrivare le nostre idee e le nostre proposte ai cittadini e in tutte le sedi ove si decide. Inizieremo i primi di ottobre le Campagne pubbliche contro il carovita, per tutelare i lavoratori precari, per consentire la nascita di una Assemblea costituente che affronti il tema delle riforme istituzionali, per affermare i nuovi diritti di cittadinanza. Avverto come primo compito di dover dedicare ogni energia, mia e dell'intero gruppo dirigente, all'azione di consolidamento delle strutture del partito che abbiamo appena ricreato, dando sin dai prossimi giorni avvio alla campagna 2008 di adesione al Partito Socialista, non solo nel nome della nostra storia ma soprattutto per costruire una sinistra libera e riformista che l'Italia di questo tempo non conosce. Abbiamo un programma di lavoro ampio e ambizioso la cui realizzazione richiede un partito rinnovato e strutture forti e radicate sul territorio. La Segreteria, nella riunione del 3 settembre scorso, ha stabilito che il tesseramento inizi il 30 settembre e abbia termine il 30 novembre 2008 e che possono iscriversi al Partito tutti i cittadini residenti in Italia che abbiano compiuto i 16 anni di età. L'adesione ha un costo di € 30 (trenta), di cui 10 per ciascun iscritto nella regione saranno dalla Direzione stornati ai Comitati regionali che provvederanno a loro volta a riversare una parte ai Comitati provinciali. L'iscrizione è individuale e dovrà essere fatta attraverso il bollettino di conto corrente precompilato che arriverà nelle case degli iscritti assieme a questa lettera o, in caso di dati parzialmente errati, con un bollettino postale da riempire in ogni sua parte. La tessera sarà spedita ad ogni compagno presso la residenza indicata nella domanda di adesione. Con i miei migliori auguri Riccardo Nencini |
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