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Attivisti del Partito Socialista Europeo

Attivisti del Partito Socialista Europeo

mercoledì 14 gennaio 2009

Delegazione Italiana PS al Parlamento Europeo n. 22-23

per visualizzare la versione htm: http://www.delegazioneps.eu/nl/23-24.htm


Notizie dall'Europa

newsletter n.23-24
31 dicembre 2008
www.delegazioneps.eu


Delegazione Italiana PS - Gruppo Socialista al Parlamento europeo


verso le elezioni

martedì 2 dicembre
Il Manifesto del PSE

A Madrid, il Consiglio generale del Partito del Socialismo Europeo ha approvato il Manifesto elettorale in 71 punti, piattaforma unica dei socialisti europei per le prossime elezioni di giugno.
I socialisti proporranno agli elettori in tutti i 27 Paesi della Unione Europea un programma dal titolo "Prima le persone-Una nuova direzione per l'Europa" basato su 6 punti principali: rilancio dell'economia e lotta alla crisi finanziaria, maggiore equità sociale (l'Europa "sociale"), lotta al cambiamento climatico, difesa delle pari opportunità, affermazione di un'efficace politica di immigrazione, costruzione dell'Europa come soggetto politico mondiale per la pace e la sicurezza.
Riccardo Nencini, a nome del Partito Socialista, ha sottoscritto a Madrid il Manifesto del Partito del Socialismo Europeo "People first" (Prima le persone), nel corso di una cerimonia che ha riunito i leader socialisti europei, dal presidente del PSE Poul Nyrup Rasmussen al capogruppo europarlamentare Martin Schulz, a capi di governo come il bulgaro Stanishev e il portoghese Socrates, alla nuova segretaria del Partito socialista francese Martine Aubry. Nencini ha letto il brano del Manifesto che chiede parità di trattamento per tutti i cittadini, senza discriminazioni, con il riconoscimento in tutta Europa dei matrimoni e dei patti di convivenza riconosciuti in uno degli Stati europei. Un messaggio per la laicità e i diritti di tutte le famiglie, convenzionali o meno. Per il PS erano inoltre presenti Pia Locatelli, capodelegazione del PS al Parlamento europeo, Luca Cefisi, membro della presidenza del PSE, Bobo Craxi, responsabile per la politica estera, e diversi altri quadri e militanti, che hanno partecipato nelle delegazioni dei giovani socialisti europei (Ecosy), della RosArcobaleno, oppure come iscritti agli "@ttivisti", la comunità telematica dei partiti del PSE.
Tra gli italiani, oltre a Nencini, hanno firmato Mercedes Bresso, presidente della regione Piemonte, a titolo di presidente della delegazione socialista del Comitato europeo delle Regioni (CoR), Giacomo Filibeck, presidente Ecosy, e Piero Fassino, a nome dei Democratici di Sinistra, in assenza di un'adesione del Partito Democratico di Veltroni.

notizie dal Parlamento

lunedì 1 dicembre
La Francia, a nome dell'Europa, guida la battaglia all'Onu contro la repressione dell'omosessualità

È stata presentata alle Nazioni Unite dalla Francia, nell'ambito delle iniziative per il semestre francese di presidenza europea, e quindi a nome di tutta l'UE, una proposta di dichiarazione sull'orientamento sessuale e l'identità di genere che richiede ai 190 Stati membri dei cinque continenti di depenalizzare l'omosessualità negli Stati dove i comportamenti omosessuali sono ancora puniti a norma di legge (una decina quelli che prevedono addirittura la pena di morte). In sede Onu, si profila la resistenza degli Stati il cui ordinamento è ispirato da fonti religiose, quali la repubblica islamica dell'Iran, che ritiene la punizione dell'omosessualità conforme alla legge islamica, e il Vaticano, che è ufficialmente contrario perché teme che la fine delle discriminazioni giuridiche nei confronti degli omosessuali apra le porte ai matrimoni tra persone dello stesso sesso.

mercoledì 3 dicembre
A Oslo l'inizio della fine per le"cluster bombs": una battaglia europea

Ad Oslo si è tenuta la cerimonia per la firma della Convenzione sulle "munizioni a grappolo" già adottata il 30 maggio 2008 a Dublino. Con l'impulso della Commissione Europea e con il sostegno dell'Europarlamento, 21 Paesi dell'UE fanno parte di 107 Stati che hanno accettato la Convenzione che vieta l'uso, la produzione, il trasferimento e lo stoccaggio di munizioni a grappolo. Sono stabilite misure per assistere le vittime di queste armi e per bonificare le aree contaminate presenti in molti Stati che hanno attraversato periodi di conflitto. Le "cluster bombs" sono particolari bombe o proiettili che si aprono "a grappolo" proiettando ciascuna decine di piccoli ordigni esplosivi. Poiché una certa percentuale non esplode subito ma rimane sul terreno, si tratta di armi che hanno un effetto specialmente pesante sui civili, anche dopo la fine delle ostilità. E' addirittura possibile che all'origine questa percentuale di malfunzionamento sia stata calcolata e accettata con l'intenzione di "minare" ampi spazi di territorio con un'arma "cieca" e dagli effetti terroristici. Mentre l'Europa ha nella sua maggioranza deciso il sostegno alla Convenzione, Stati Uniti, Russia e Cina hanno silenziosamente evitato di impegnarsi.

giovedì 4 dicembre
Il Dalai Lama al Parlamento europeo

A chiusura dell'anno europeo del dialogo interculturale, ha parlato alla plenaria del Parlamento europeo il Dalai Lama. Il leader religioso tibetano ha tenuto a sottolineare come il suo più profondo interesse sia quello di promuovere i valori umani e l'armonia tra le religioni. Il presidente del Parlamento Hans-Gert Pöttering lo ha accolto con queste parole: "Il suo approccio non violento è un esempio straordinario di attivismo pacifico per una campagna degna di causa".
"Il mondo ha fatto troppo poco per risolvere la questione del Tibet: come socialisti siamo per la libertà, l'autodeterminazione e per il rispetto delle minoranze e contro ogni intollerabile violazione dei diritti umani": è quanto ha affermato l'eurodeputato del Partito Socialista, Alessandro Battilocchio, a margine dell'intervento del Dalai Lama davanti al Parlamento europeo riunito in plenaria a Bruxelles. "In tutto questo - ha aggiunto Battilocchio - le olimpiadi sono state un'occasione mancata."

venerdì 5 dicembre
"Laboratorio Europa": studenti in visita al Parlamento

Un gruppo di studenti provenienti da Frosinone e Ciampino, vincitori del progetto 'Laboratorio Europa', ha visitato oggi la sede del Parlamento europeo di Bruxelles, accompagnato dall'eurodeputato Alessandro Battilocchio. Il 'Laboratorio Europa' è un'attività ideata dal centro 'Europe Direct Lazio' di Viterbo, volta a promuovere la partecipazione alla cittadinanza attiva e l'informazione sull'Unione europea tra gli studenti delle scuole superiori provenienti dal Lazio, e che ha visto la partecipazione anche di delegazioni provenienti da Toscana e Umbria. La prima fase del 'Laboratorio' si è svolta attraverso incontri in aula con gli studenti, da parte dei formatori di 'Europe Direct Lazio' e poi con una simulazione vera e propria, nella quale gli studenti danno vita a un'attività del Parlamento europeo e dei suoi organi ausiliari. La 'sessione plenaria' si è tenuta il 16 maggio scorso presso l'aula magna della facoltà di Agraria di Viterbo.

martedì 9 dicembre
Diritti dei minori: riunione a Bruxelles, non abbassare la guardia nei Paesi in via di sviluppo

"Non possiamo più chiudere gli occhi davanti a ciò che accade a milioni di bambini che hanno avuto la sfortuna di nascere in Paesi lacerati dai conflitti e dalla povertà. I dati sui quali discutiamo oggi sono davvero preoccupanti: 250.000 bambini stimati dall'Onu come attivamente coinvolti nei conflitti armati a livello mondiale. E' una piaga intollerabile sulla salvaguardia dei diritti umani". E' quanto ha affermato l'eurodeputato del Partito Socialista, Alessandro Battilocchio, che ha aperto con la sua relazione il convegno "Bambini nei Paesi in via di sviluppo", organizzato dall'eurogruppo Pse e che si è tenuto questa mattina presso la sede di Bruxelles del Parlamento europeo. All'iniziativa hanno partecipato tra gli altri molti eurodeputati ed i responsabili internazionali di Ong impegnate a difesa dei minori in Paesi in via di sviluppo, come 'Save the children' e 'Child to child'. "Già lo scorso anno - ha aggiunto Battilocchio - il Parlamento europeo si era espresso in seduta plenaria contro l'utilizzo dei bambini soldato, esortando tutti i Paesi a ratificare il protocollo opzionale alla Convenzione dell'Onu sui diritti del fanciullo. Ma non possiamo abbassare la guardia, dobbiamo continuare a lavorare perché in una reale società civile i diritti dei bambini vengono al primo posto". Battilocchio ha ricevuto la scorsa settimana dall'Unicef il prestigioso riconoscimento di 'Difensore dell'infanzia'.

mercoledì 17 dicembre
Premio Sakharov, vent'anni per i diritti umani

Nel 1988 il Parlamento europeo istituiva il premio Sakharov, un riconoscimento ai difensori dei diritti dell'uomo e della libertà di opinione. Il premio, dedicato al famoso fisico sovietico Sakharov, che mise in gioco carriera e libertà personale per difendere i diritti umani nell'Urss, è diventato un po' il "premio Nobel dei diritti umani". Il primo premiato fu Nelson Mandela, allora soltanto un avvocato in carcere da troppo tempo in Sud Africa. Nell'aula di Straburgo si è tenuta oggi una cerimonia per festeggiare i vent'anni di lavoro e i vincitori negli ultimi due decenni: tra gli altri, lo slovacco Alexander Dubcek (premio Sakharov1989), la birmana Aung San Suu Kyi (1990), la la curda Leila Zana (1995), il premio collettivo a "Reporters sans frontières" (2005). Tra gli assenti alla cerimonia perché ristretti nella loro libertà, proprio Aung San Suu Kyi e il cinese Hu Jia, premiato quest'anno ma in sua forzata assenza. "Anche 20 anni fa la sedia riservata al vincitore del Premio Sakharov era vuota", ha ricordato il presidente del Parlamento Poettering facendo riferimento a Nelson Mandela, poi gloriosamente eletto presidente del Sudafrica. Presente anche la vedova di Sakharov, Elena Bonner.

venerdì 19 dicembre
Parlamento europeo: le novità in vista della nuova legislatura

Alla fine dei lavori di dicembre, prima della pausa natalizia, si è definita completamente una serie di novità nel lavoro del Parlamento europeo sul piano della trasparenza ed efficienza, che avranno attuazione con la prossima legislatura 2009-14. In primo luogo troverà applicazione lo statuto dei parlamentari europei, che prevede una remunerazione uguale per tutti gli eletti, senza distinzione del Paese di provenienza: la remunerazione sarà, oltre che uguale per tutti, tassata a livello europeo. Questo porterà sicuramente ad un abbassamento delle retribuzioni degli europarlamentari italiani, mentre le vedranno migliorare i rappresentanti di alcuni Paesi dell'Europa dell'Est. Anche gli assistenti parlamentari riceveranno norme adeguate al loro lavoro: i "portaborse", infatti, che svolgono un lavoro umile e oscuro ma di grande utilità per i lavori parlamentari, sono da sempre sottoposti a contratti di lavoro precari e sfavorevoli rispetto agli standard contrattuali che si riscontrano normalmente nelle aziende o negli enti pubblici; saranno fissate norme rigide e inderogabili, sia a tutela dei loro diritti come lavoratori sia a garanzia della loro competenza, che per i gradi più alti vedrà come condizione necessaria una laurea e la conoscenza di più di una lingua dell'Unione Europea.

31 dicembre /1 gennaio
Crisi di Gaza: l'Europa alla prova

Il passaggio di consegne tra Parigi e Praga ha subito evidenziato delle difficoltà: Praga ha un approccio diverso da Parigi sull'escalation nella Striscia di Gaza e in una prima dichiarazione ha difeso i raid israeliani alla luce del lancio di razzi da parte di Hamas. La Francia ha invece condannato le violenze da entrambe le parti e ha proposto una tregua umanitaria di 48 ore. Certamente la presidenza ceca è meno autorevole ed esperta di quella francese, e del resto il governo ceco si è sempre allineato con la politica di Bush, senza sostenere la linea diplomatica dell'Unione Europea che la Francia in questi mesi ha dettato con forza. Alla fine, è stata Praga a correggere il tiro, dopo poche ore di pressioni da Parigi, Madrid e Londra, denunciando anch'essa l'eccesso di violenza sui civili e la necessità di aprire corridoi umanitari. Mirek Topolanek, Primo Ministro della Repubblica ceca, ha annunciato che ha in programma una missione diplomatica europea in Medio Oriente per tentare di venire a capo del conflitto nella Striscia di Gaza. La missione si sovrappone al viaggio del presidente francese, Nicolas Sarkozy, diretto in Egitto, Israele e Cisgiordania per premere per un cessate il fuoco e poi in Libano e in Siria, ma Topolanek ha assicurato di aver avuto un lungo colloquio telefonico con il Presidente francese.
"L'ennesima terribile tragedia che sta avvenendo in queste ore a Gaza deve spingere tutta la comunità internazionale e in primo luogo l'Unione Europea a intervenire non solo per ottenere una tregua immediata ma anche per impedire la sconfitta definitiva di Abu Mazen" ha dichiarato l'europarlamentare Pia Locatelli, capodelegazione del PS italiano nel gruppo PSE. "Può essere infatti - continua Locatelli - che dietro gli attacchi di Hamas per spingere Israele a una comprensibile se pure esagerata reazione, vi sia proprio l'obiettivo di marginalizzare politicamente il Presidente palestinese e lasciare che a parlare siano solo gli elementi più radicali, il terrorismo e le armi. Così quanto avviene oggi a Gaza potrebbe ripetersi domani in Cisgiordania. L'Italia, che presiederà il G8 e che in Medioriente ha sempre avuto un rapporto equilibrato con tutte le parti in causa, può svolgere - conclude l'esponente socialista - un ruolo importante facendo di Abu Mazen un interlocutore politico indispensabile per impedire che con la sua sconfitta venga definitivamente travolta la linea dei riformisti".

comunicati stampa

lunedì 1 dicembre
Giornata contro l'Aids: partire da prevenzione nelle scuole

"Quella all'Aids è una lotta che va affrontata puntando innanzitutto sull'informazione e sulla prevenzione: è importante andare incontro ai giovani, per renderli consapevoli dei pericoli di contagio e per eliminare pregiudizi culturali rispetto all'uso di metodi preventivi come il preservativo. Oggi, nell'ambito della giornata mondiale contro l'Aids, vorrei ricordare la petizione 'Cut Aids cut vat on condoms' lanciata dal gruppo del Pse al Parlamento europeo lo scorso anno, che chiede di ridurre a livello continentale l'imposta Iva sui preservativi per incentivarne il consumo, per la quale centinaia di giovani socialisti sono mobilitati in molte piazze italiane". Lo afferma l'eurodeputato Alessandro Battilocchio. "È necessaria - aggiunge Battilocchio - una campagna di informazione assillante, che abbia nelle scuole la sua base di partenza, perché i giovani possano capire e conoscere i pericoli del contagio e quindi consapevolmente evitare i comportamenti a rischio. In tal senso apprezzo molto la proposta del mio ex-collega Nicola Zingaretti, oggi Presidente della Provincia di Roma, per la distribuzione nelle scuole della provincia di materiale informativo. Infine, non possiamo chiudere gli occhi davanti alle stragi che questa malattia compie nel mondo intero. I dati dell'Unicef fanno rabbrividire: 2 milioni di bambini affetti da Hiv alla nascita, la metà dei quali senza cure adeguate morirà prima di aver compiuto i 2 anni d'età. E'una carneficina quotidiana che va combattuta con tutti i mezzi possibili".

martedì 9 dicembre
Fame: Battilocchio, i numeri del rapporto Fao fanno rabbrividire

"A 60 anni dalla Dichiarazione universale sui Diritti umani l'alimentazione è ancora un diritto negato per almeno un settimo della popolazione mondiale: i numeri che emergono dal rapporto della Fao sullo stato dell'insicurezza alimentare nel mondo, che stimano quasi in un miliardo le persone in stato di malnutrizione cronica, fanno rabbrividire". E' quanto afferma l'eurodeputato del Partito Socialista Alessandro Battilocchio, membro della commissione Sviluppo del Parlamento europeo. "Si tratta - aggiunge Battilocchio - di una situazione inaccettabile davanti alla quale la comunità internazionale ha l'obbligo di intervenire attraverso azioni congiunte per affrontare l'impatto dell'innalzamento dei prezzi sulle popolazioni più povere ed individuare politiche e strategie per la salvaguardia e la tutela del diritto all'alimentazione: la Dichiarazione universale sui Diritti umani, insomma, non può rimanere scritta solo sulla carta. Oggi, anche se è in atto una crisi finanziaria, non possiamo ridurre gli aiuti verso i Paesi in via di sviluppo ma soprattutto dobbiamo concertare azioni chiare e risolute a livello internazionale, perché gli errori del passato, ultima la chiusura al ribasso nel vertice Fao di Roma dello scorso giugno, non possono più essere commessi". "Non è possibile che ad ogni vertice internazionale l'obiettivo di sconfiggere la fame nel mondo si allontani sempre di più: negli anni Novanta sembrava raggiungibile nel 2015, oggi non prima del 2050. Per noi sono numeri - conclude Battilocchio - per un miliardo di persone è un flagello quotidiano".

domenica 14 dicembre
Pensioni: Locatelli a Brunetta e Carfagna, un tavolo europeo per discuterne

"Se Brunetta vuole equiparare l'età pensionabile, faccia sul serio e prenda a cuore tutte le 'equiparazioni', non solo quelle che 'convengono' al governo ma anche quelle che convengono alle donne". È quanto afferma l'europarlamentare socialista Pia Locatelli, capodelegazione del PS italiano al Parlamento europeo. "Si affronti con serietà il problema dello Stato sociale nella sua complessità - continua l'esponente socialista - se non si vuole correre il rischio di strumentalizzare un tema di drammatica attualità. Per sfuggire a ogni tentazione propagandistica, suggerisco al ministro Brunetta, ma anche alla ministra Carfagna, di incontrarci per discuterne in un'ottica davvero europea, prendendo a modello i Paesi dove ci sono non solo età pensionabili uguali per i due sessi ma anche tanti servizi per la famiglia che in Italia ricadono ancora quasi esclusivamente sulle spalle delle donne".


approfondimento

mercoledì 17 dicembre
Il Parlamento europeo blocca la decisione dei governi: no all'orario di lavoro a 65 ore settimanali

Il Parlamento europeo ha respinto la proposta di portare la settimana di lavoro fino a 65 ore, accogliendo tutti gli emendamenti della commissione Lavoro del Parlamento stesso. Con 421 sì, 273 no e 11 astensioni, l'emendamento-chiave stabilisce che l'orario settimanale è di 48 ore e concede tre anni di deroga agli Stati dell'Unione Europea, eliminando in pratica la possibilità di "sottrarsi" (opt-out). La decisione è considerata una vittoria del gruppo del Pse, in accordo con la Ces, la Confederazione dei sindacati europei, essendo socialista il relatore spagnolo Alejandro Cercas. E' stato infatti ribadito il principio di un tetto massimo di 48 ore per il lavoro dipendente, straordinari inclusi, principio storico per il movimento sindacale, tanto che in Italia risale addirittura al 1919 la prima proposta della Fiom di ridurre l'orario giornaliero a 8 ore (48 settimanali) a parità di salario, proposta che allora ebbe successo senza scioperi. Ma le "8 ore di lavoro, 8 per la vita privata, 8 per dormire" sono ancora più antiche, e si identificano con la nascita del movimento dei lavoratori: la decisione di organizzare manifestazioni in una data fissa per ottenere le 8 ore lavorative viene presa addirittura a Parigi, il 14 luglio 1889, al Congresso della Seconda Internazionale, quando i delegati approvano all'unanimità la mozione presentata dalla delegazione francese e statunitense: "Una grande manifestazione sarà organizzata per una data stabilita, in modo che simultaneamente in tutti i Paesi e in tutte le città, nello stesso giorno, i lavoratori chiederanno alle pubbliche autorità di ridurre per legge la giornata lavorativa a 8 ore e di mandare ad effetto le altre risoluzioni del Congresso di Parigi". Il ritorno strisciante a settimane lavorative di 60 e più ore, più o meno consentite ormai in 15 dei 27 Paesi della UE, stava del resto provocando crescente malessere nel mondo del lavoro: in particolare, gli addetti alla sicurezza e alcuni medici avevano denunciato il disagio di categorie che in molti casi non si vedevano più riconosciuto il diritto a turni di riposo adeguati. Medici provenienti da vari Paesi d' Europa hanno sfilato in camice bianco, davanti alla sede del Parlamento, chiedendo che il tempo di guardia fosse considerato tempo lavorativo e che fosse loro garantito il diritto di usufruire dei riposi compensativi subito dopo il lavoro svolto. Più in generale, il voto a Strasburgo indica la volontà politica dell'Europarlamento di bilanciare le decisioni dei governi UE, dato che la proposta di aumentare l'orario settimanale a 65 ore, formalizzata dalla Commissione europea in una bozza di direttiva, proveniva dal Consiglio europeo, cioè dai governi stessi dei Paesi UE, a seguito di un deciso intervento in questo senso della Francia e dell'Italia, in un clima reso propizio all'iniziativa dalla presenza di una maggioranza di centrodestra tra I governi europei in questa fase. Si era aggiunta anche la Gran Bretagna, che storicamente utilizza la opt-out per attuare proprie regole, secondo una tradizione giuridica anglosassone refrattaria al diritto "continentale" e all'armonizzazione europea. Peraltro, nel gruppo Pse esiste da tempo una posizione unitaria, che "regge" anche quando governi a guida socialista o laburista esprimono posizioni differenziate. Infatti, sottolinea proprio il portavoce del Gruppo Socialista sull'occupazione, l'eurodeputato laburista britannico Stephen Hughes, "è il miglior risultato in cui potevamo sperare, siamo nella migliore delle posizioni possibili per negoziare con il Consiglio. Abbiamo indicato chiaramente che le deroghe all'orario di lavoro settimanale devono essere abolite; i negoziati serviranno a decidere entro quale scadenza. Abbiamo anche affermato chiaramente che il servizio di guardia svolto dai medici in ospedale deve essere contabilizzato all'interno dell'orario di lavoro. La posizione del Consiglio non gli permetterebbe di guadagnare abbastanza da vivere". Il portavoce del Gruppo Socialista e negoziatore del Parlamento europeo sull'orario di lavoro, l'eurodeputato spagnolo Alejandro Cercas, aggiunge: "E' una grande vittoria per il Parlamento europeo e per l'Europa sociale. Abbiamo l'opportunità di correggere una cattiva decisione. Chiediamo alla Commissione europea di svolgere il proprio ruolo di mediatore per arrivare ad una vera Europa sociale. Il Parlamento - conclude Cercas - ha ascoltato i medici, i sindacati e i lavoratori la cui la salute e sicurezza erano messe a repentaglio dall'orario di lavoro prolungato. Era in gioco il futuro dell'Europa sociale". Rimane ora la necessità di una procedura di conciliazione tra Parlamento e Commissione, che se fallirà provocherà comunque l'azzeramento della proposta di direttiva, essendo in quest'ambito il Parlamento europeo ad avere un potere di veto.




links

Pia Locatelli - www.pialocatelli.eu

Rapisardo Antinucci - rapisardo.antinucci@partitosocialista.it

Alessandro Battilocchio - www.battilocchio.com
Gianni De Michelis - gianni.demichelis@europarl.europa.eu
Partito Socialista - www.partitosocialista.it
Delegazione Italiana nel Gruppo PSE - www.delegazionepse.it
Gruppo PSE al Parlamento europeo - www.socialistgroup.org
per informazioni - luca.cefisi@europarl.europa.eu



a cura di Luca Cefisi





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